John Greenwood, chief economist di Invesco, non ha dubbi, nei prossimi mesi saranno due le questioni di fondo che domineranno i mercati.
John Greenwood, chief economist di Invesco, non ha dubbi, nei prossimi mesi saranno due le questioni di fondo che domineranno i mercati: la sostenibilità della ripresa economica e la portata della minaccia inflazionistica. "A mio modo di vedere" chiarisce Greenwood "si aprono due scenari diversi per le economie sviluppate e quelle emergenti. Nelle economie sviluppate, la crescita di massa monetaria e credito è stata molto debole nel corso dell’ultimo anno e oltre, mentre l’austerità fiscale è diffusa. Ciò significa che continuerà ad esserci capacità in eccesso disponibile per soddisfare eventuali aumenti della domanda".
In questi sistemi economici, quindi, il rialzo dell’inflazione non si tradurrà in una minaccia di andamento inflazionistico sostenuto, ma piuttosto sarà interpretato come una variazione dei prezzi in cui il rincaro delle materie prime importate determina un rialzo temporaneo dei prezzi primari e un incremento più moderato degli indici core (che generalmente non includono generi alimentari ed energia). "L’aumento dei prezzi erode a breve termine i redditi dei consumatori e il loro potere di spesa nelle economie che importano materie prime, mentre a più lungo termine incentiva il trasferimento di risorse dai consumi e dall’abitazione verso gli investimenti e la produzione" spiega l'esperto di Invesco. "Questo processo fa parte del riequilibrio macroeconomico che si rende necessario dopo la crisi economica globale del 2008-09".
Diverso il discorso per i mercati emergenti, dove la ripresa è avanzata a grandi passi, soprattutto in Asia e America Latina. "La crescita della massa monetaria e del credito ha registrato un ritmo notevolmente più rapido grazie alla solidità dei bilanci di banche, imprese e famiglie" commenta Greenwood. "Il problema è che l’accesso agevolato al credito ha già provocato un sensibile aumento dei prezzi immobiliari nella maggior parte dell’Asia e ora, con il persistente rafforzamento della spesa interna, minaccia di aggravare l'inflazione. A meno che non si proceda a un inasprimento della politica monetaria aumentando i tassi di interesse, le riserve obbligatorie o l’apprezzamento delle valute, sussiste il rischio che le banche centrali delle economie emergenti siano costrette a intervenire più drasticamente per limitare la crescita di massa monetaria e credito, arrestando la corsa dell’economia". Per i paesi emergenti, quindi, si prevede un anno di ulteriori misure restrittive che probabilmente comprometteranno la performance dei mercati azionari e obbligazionari in queste regioni.
Ma cosa dobbiamo aspettarci dall'Asia, dal Giappone, dal Regno Unito, dagli Stati Uniti e dall'Eurozona? John Greenwood sembra avere le idee chiare sull'andamento del secondo trimestre di queste economie e in report pubblicato integralmente su AdvisorProfessional descrive nel dettaglio lo scenario economico dei prossimi tre mesi. Leggi e commenta l'analisi di Greenwood.
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