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Pictet AM, il futuro dell'obbligazionario high yield

8/4/2014

I rischi sono numerosi, tuttavia molti fattori inducono a mantenere un’esposizione significativa al debito non investment grade. E' l'analisi di Pictet Asset Management, sulle prospettive dell'obbligazionario europeo high yield


I rischi sono numerosi, tuttavia molti fattori inducono a mantenere un’esposizione significativa al debito non investment grade. E' l'analisi di Pictet Asset Management, sulle prospettive dell'obbligazionario high yield. 

 

Sono poche le asset class che hanno conseguito risultati paragonabili a quelli delle obbligazioni europee high yield negli ultimi cinque anni. Dal 2009 a oggi questo mercato ha guadagnato circa il 16% l’anno, beneficiando degli stimoli della politica monetaria. Gli investitori sono tuttavia preoccupati per le valutazioni a fronte del calo dei rendimenti delle emissioni sub-investment grade, che hanno raggiunto il minimo storico inferiore al 5% in un momento in cui la Federal Reserve sta ritirando gli stimoli monetari.

 

I timori sembrano fondati, ma solo fino a un certo punto. Per quanto sia improbabile che il debito europeo high yield ripeta le performance degli ultimi cinque anni, siamo convinti che vi siano molte ragioni per mantenere un’esposizione strategica a questa asset class.

 

il mercato delle obbligazioni societarie europee cresce a un ritmo senza precedenti, poiché le obbligazioni stanno prendendo il posto dei prestiti come veicolo di finanziamento privilegiato da numerose di società. Gli effetti di questo processo di disintermediazione sono particolarmente evidenti nel settore HY: in un contesto di contrazione dei crediti bancari, l’emissione di obbligazioni high yield è aumentata a un tasso annuo a due cifre. 

 

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, tale situazione non ha comportato un calo della qualità creditizia globale dell’asset class. Il profilo di credito del mercato high yield ha invece registrato un complessivo miglioramento, dovuto in parte alla presenza in Europa di un numero straordinariamente elevato di “fallen angel”, società recentemente declassate dalla categoria investment grade a quella high yield.

 

Ciò non significa che i rischi siano scomparsi. Come hanno messo in luce i problemi di Banco Espirito Santo in Portogallo, l’eurozona deve ancora fare molto per il sistema bancario. Un altro pericolo potrebbe celarsi nel mercato primario, giacché i costi di finanziamento contenuti potrebbero tradursi in una maggiore emissione obbligazionaria da parte di società con un passato fortunoso in materia di indebitamento.

 

La liquidità del mercato costituisce un ulteriore elemento critico. La funzione degli intermediari è stata danneggiata dalle normative che obbligano le banche a ridurre il trading degli strumenti a reddito fisso, e tale situazione potrebbe limitare la capacità degli investitori di operare nel mercato secondario e incrementare la frequenza delle fasi di volatilità.

 

Nonostante i rischi, le prospettive si confermano incoraggianti. La solidità del merito creditizio delle società di grado speculativo e le prospettive di una politica monetaria più accomodante nell’area euro che negli Stati Uniti compensano ampiamente gli investitori per il rischio di default, una notizia rassicurante in un periodo caratterizzato dalla scarsità di investimenti redditizi.

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