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Azioni: Threadneedle punta su Giappone e Regno Unito

7/22/2014 | Massimo Morici

Nel reddito fisso privilegia le obbligazioni societarie rispetto agli emittenti sovrani. Il cio Mark Burgess: "La sfida è individuare quando il processo di rivalutazione delle azioni perderà slancio"


Finora nel 2014 gli investitori hanno beneficiato ovunque di una volatilità contenuta, ma quanta pace e tranquillità possiamo ancora aspettarci? Mark Burgess (nella foto), cio di Threadneedle Investments, invita a guardare con maggiore attenzione i recenti sviluppi in Portogallo che hanno dimostrato che il settore bancario può continuare a riservare sorprese negative inaspettate: “I mercati - spiega nel consueto commento mensile - attenderanno ora un quadro più completo dello stato di salute delle banche europee, che emergerà quando la BCE avrà completato i suoi stress test a fine anno”.

Per quanto riguarda il futuro andamento dei mercati del reddito fisso, con la normalizzazione della politica monetaria ormai alle porte negli USA e Regno Unito,Burgess continua a ritenere che sia molto difficile essere ottimisti sui mercati dei titoli di Stato dei paesi core. “A nostro avviso, le obbligazioni societarie - sottolinea - rimangono più interessanti rispetto ai titoli di Stato, ma attualmente vi sono chiari segnali di un nuovo aumento dell'indebitamento delle società non finanziarie. Sebbene ciò sia generalmente positivo per l'alto rendimento, non è altrettanto propizio per la categoria investment grade. Tuttavia, considerato che i bilanci societari presentano una solidità molto maggiore rispetto a quelli degli emittenti sovrani, continuiamo a ritenere che per il momento le obbligazioni societarie rimangano relativamente interessanti”.
 
Passando ai mercati azionari, la casa di investimento britannica rimane ottimista in merito alle prospettive per il resto dell'anno, con un'asset allocation che prevede sovraponderazioni nel Regno Unito, che beneficia di un interessante rendimento da dividendo, e in Giappone, che mostra valutazioni più interessanti rispetto a quelle delle azioni dei paesi sviluppati.“Per noi - conclude Burgess - la vera sfida consisterà nel determinare quando il processo di rivalutazione delle azioni perderà slancio. Con la rilevante eccezione degli Stati Uniti, la crescita degli utili è semplicemente troppo lenta per consentire alle azioni di registrare netti rialzi dagli attuali livelli". 

LEGGI IL COMMENTO INTEGRALE DI MARK BURGESS SU ADVISORPROFESSIONAL.IT

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