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Gestore della settimana: "Siamo alla fine del ciclo del credito, ma è presto per vendere"

7/14/2014 | Massimo Morici

"Il rally dei mercati obbligazionari è giunto alle fasi finali, meglio giocare in difesa". Lo spiega ad AdvisorOnline.it Barrie Whitman, gestore del fondo Threadneedle High Yield Bond


"Siamo a un passo dalla fine del ciclo del credito, ma è troppo presto per vendere, anche se il rally dei mercati obbligazionari è giunto ormai alle ultime fasi". Ne è sicuro Barrie Whitman (nella foto), gestore di esperienza, con 26 anni alle spalle nell’industria dell’asset management e alla guida dall’ottobre 1999 (anno di lancio) del fondo Threadneedle High Yield Bond (oltre 1 miliardo di euro in AUM, di cui un terzo gestite in Europa).  
 
"Abbiamo identificato cinque fattori chiave che tipicamente indicano la fine di un ciclo nel mercato del credito” spiega ad AdvisorOnline.it, che lo ha incontrato a Milano. “Le valutazioni – prosegue - non sono basse, ma nemmeno esageratamente alte, mentre il crollo della volatilità, ora molto bassa, preoccupa non poco gli investitori. Lo stato di salute degli emittenti, pur rimanendo buona, sta cominciando a deteriorarsi, mentre la politica monetaria è destinata a diventare un po’ meno accomodante di come è stata fino ad ora. La crescita, infine, continuerà a migliorare, anche se gli squilibri tra i vari settori sono destinati a diventare un vento contrario”. 
 
In questo scenario, quale è l’asset allocation del fondo? "In genere abbiamo incrementato l’esposizione alle società con un profilo globale e, in particolare, ai finanziari, ai media e ai titoli difensivi, mentre abbiamo ridotto le posizioni sul debito bancario senior, che in gran parte è dell'Europa periferica, e sui ciclici" riassume Whitman. In dettaglio, il fondo a fine aprile ha incrementato dell'1,6% l’esposizione alle banche del Nord Europa, che ora pesano per l’8,2% del portafoglio, mentre è stata azzerata la posizione sugli assicurativi. L'esposizione ai media è stata aumentata del 2,2% (ora al 10,9% del portafoglio); quella agli industriali ridotta del 5,1% (11,2% del portafoglio). Considerando le aree geografiche, la posizione dell'Italia è stata ridotta di oltre sette punti percentuali, mentre sono state sovrappesate le posizioni verso il Regno Unito e gli USA.
 
“L’Italia - spiega Whitman - è il 18% dell’indice e noi abbiamo ridotto l’esposizione al 10,9%, in quanto abbiamo liquidato alcune posizioni su Telecom Italia, Banca Popolare, Finmeccanica, Mps, Italcementi. In genere tendiamo a vendere società che dipendono molto dal mercato domestico, come le banche, mentre ci piace Wind che è tra le top overweights. Abbiamo, invece, sovrappesato l’Irlanda, che ha imprese molto più globali, mentre in Spagna siamo più neutrali, perché abbiamo Telefonica".  
 
Whitman e il suo team di investimento adottano un processo di analisi bottom - up: partono da un universo di 375 emittenti (due terzi dei quali dell’indice di riferimento) da cui selezionano un insieme più ristretto di 275 società che vengono monitorate costantemente: alla fine del processo di valutazione, 150 - 170 finiscono nel portafoglio del fondo (il 5 - 15% sono emittenti non compresi nell’indice di riferimento, il Merrill Lynch European High Yield). L’obiettivo è generare un attraente ritorno corretto per il rischio investendo soprattutto in titoli obbligazionari non investment grade di società britanniche, americane e globali.
 
CHI E’ BARRIE WHITMAN
Laureato in Economia alla Hull University, ha iniziato la sua carriera presso la United Bank of Kuwait come analista specializzandosi nell’obbligazionario high yield. Nel 1990 è diventato gestore e nel 1996 CIO per gli investimenti high yields. Nel 1997 è passato a Standard Bank London ricoprendo il ruolo di head of european high yield and distressed debt. Due anni dopo è entrato in Threadneedle con il ruolo di head of high yield. Whitman gestisce il fondo Threadneedle High Yield Bond, il fondo Strategic Bond Fund ed è lead manager di Threadneedle Credit Opportunities Fund.

 

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