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Carmignac mantiene l'esposizione al debito periferico

7/1/2014 | Massimo Morici

Sul fronte azionario Europa la casa di investimenti ha liquidato le posizioni bancarie focalizzandosi su leader mondiali con una forte capacità di influenzare gli aumenti dei prezzi


Carmignac Gestion continua a credere alla riduzione del primio al rischio tra i titoli di Stato dei paesi periferici e i titoli di Stato rifugio e mantiene le proprie posizioni sul debito dei paesi dell’Europa meridionale. “Continuiamo ad avere fiducia nel progressivo miglioramento dell'economia europea, come dimostrano le nostre posizioni nel debito sovrano italiano, spagnolo e portoghese e nelle obbligazioni corporate del settore finanziario. Tuttavia, la nostra lucidità sulle prospettive di crescita, che qui sono molto più deboli che altrove, ci induce ad aprire posizioni in azioni di società leader globali, che hanno la capacità di resistere alle pressioni deflazionistiche” scrive Didier Saint - Georges, membro del comitato investimenti, nell'ultima nota sulla strategia di investimento della società. 
 
“Il nostro entusiasmo - prosegue -  è quindi rivolto ad alcuni temi trasversali, in particolare nei settori dell'energia, della tecnologia e della sanità, e ad alcune dinamiche locali molto forti, come l'India, dove riteniamo l'elezione di Narandra Modi a primo ministro una vera e propria svolta. Ma teniamo alta la guardia poiché la lentezza della ripresa mantiene l'Europa in una situazione particolarmente vulnerabile agli shock esterni”. Nel dettaglio, prosegue la nota agli investitori, Carmignac ha approfittato del rimbalzo dei rendimenti italiani e spagnoli a metà giugno, quando il processo di convergenza dei tassi sovrani europei ha subito una breve battuta d'arresto (con i tassi tedeschi in calo a quasi l'1,3% e i tassi italiani e spagnoli di nuovo al di sopra del 3%), per liquidare una parte delle coperture sul rischio di tasso (riduzione delle posizioni sell sui Treasury statunitensi). 
 
Sul fronte azionario, invece, ha ridotto sensibilmente la ponderazione della tematica relativa alla stabilizzazione dell'economia dell’area, liquidando la maggior parte delle posizioni bancarie (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Société Générale) dopo che avevano registrato un andamento in borsa degno di nota, e focalizzandosi invece su alcuni leader mondiali come Novartis, Richemont, Volkswagen, attivi in settori ben strutturati e con una forte capacità di influenzare gli aumenti dei prezzi, una caratteristica fondamentale per i gestori della casa d'investimento francese nel contesto delle pressioni deflazionistiche che affliggono l’Eurozona. Carmignac, inoltre, continua a individuare e a investire in titoli promettenti collegati al settore delle materie prime, aprendo, ad esempio, una posizione sul titolo Sulzer, società svizzera produttrice di macchinari, tra cui pompe per il settore petrolifero.
 
Passando alle valute, il team di investimento di Carmignac, che aveva preferito negli scorsi mesi il dollaro, ha approfittato a giugno dello sgonfiamento dell'euro prendendo parziali profitti sulla posizione al biglietto verde; inoltre, ha ridimensionato il posizionamento sullo yen giapponese all’interno di Carmignac Patrimoine (con un'esposizione totale del 7,7% a fine mese), data la scarsa chiarezza delle intenzioni della Bank of Japan. A fine maggio l'allocazione sul dollaro statunitense è rimasta ancora elevata, attestandosi al 62% in Carmignac Patrimoine e al 72% in Carmignac Investissement.   

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