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Consulenti (ex-promotori), ecco cosa spaventa di più gli investitori

6/27/2014

Chris Iggo, cio fixed income di AXA IM, spiega cosa potrebbe provocare incertezza sui mercati, spingendo gli investitori ad allontanarsi dal carry trade e riducendo il rischio di credito


Cosa potrebbe provocare incertezza spingendo gli investitori a ridurre il rischio di credito? A questa domanda prova a rispondere Chris Iggo (nella foto), cio fixed income di AXA Investment Manager, nel consueto appuntamento con il suo blog. 

 

Questa settimana abbiamo concluso il nostro giro di previsioni, chiudendo ancora col carry trade e proteggendo i portafogli da un moderato aumento dei rendimenti obbligazionari negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Abbiamo ancora una posizione sovrappesata nel credito investment grade, soprattutto in Europa, e una posizione positiva nel debito dei paesi periferici e nell’high yield. Puntiamo inoltre sulle obbligazioni indicizzate all’inflazione poiché le banche centrali stanno cercando di far risalire l’inflazione. Abbiamo cercato inoltre di identificare eventuali rischi.


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Cosa potrebbe provocare incertezza allontanando gli investitori dai carry trade, spingendoli a ridurre il rischio di credito? Ci abbiamo pensato parecchio e siamo giunti alla conclusione che è molto difficile cristallizzare i possibili rischi tanto da superare l’elevata resistenza dei mercati agli shock. Le banche centrali mantengono la volatilità macroeconomica e del mercato su bassi livelli, incoraggiando gli investimenti in strumenti ad alto rendimento. Tuttavia, ci sono dei rischi che vale la pena  monitorare. In primis, sembra che i mercati stiano dormendo  sugli allori. Nessuno lo ammetterà mai, ma probabilmente ci sono molti investitori convinti che le "valorizzazioni  siano ai massimi livelli e che probabilmente vi sarà qualche shock che provocherà una correzione sui mercati, lasciando comunque loro il tempo di poter disinvestire prima che ciò accada”.  Buona fortuna!

 

Il fatto che gli avvenimenti in Ucraina o il rallentamento in Cina non abbiano influenzato i mercati non significa che saremo sempre in grado di resistere alle cattive notizie. Secondariamente, potrebbe verificarsi un errore politico. Mi riaggancio alla questione della politica monetaria. Cosa succederebbe se la Banca d’Inghilterra intervenisse troppo presto, provocando una brusca correzione dei prezzi degli immobili? Cosa succederebbe se la Fed intervenisse in ritardo e consentisse all'inflazione di salire rapidamente a fronte della mancanza di potenziale inutilizzato nell'economia statunitense? Potrebbe restare dietro la curva ed essere costretta a innalzare i tassi più rapidamente, con i rendimenti dei Treasury in rapida salita verso il 4%, se non oltre. In terzo luogo, ci sono i rischi geopolitici che si riflettono in un aumento dei prezzi dell'energia. Ciò potrebbe dipendere dal conflitto tra Russia e Ucraina che spinge i prezzi del gas naturale al rialzo o dai disordini in corso in Iraq che incidono sulle forniture di petrolio. Infine, anche la Cina è un rischio, in particolare ci preoccupa il rallentamento del settore immobiliare con i prezzi al rialzo e il rallentamento dell’attività edilizia. I pessimisti hanno già previsto un incidente nel settore immobiliare cinese che potrebbe avere conseguenze sulla stabilità finanziaria in Cina, sulla ricchezza delle famiglie e sul sentiment globale, se abbinato al rallentamento del paese.

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