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Consulenti (ex-promotori) attenti, l'euro è sopravvalutato

4/30/2014 | Massimo Morici

Una delle ragioni principali per i trend deflazionistici è stata il rafforzamento della divisa comune, ma la situazione rischia di estremizzarsi maggiormente prima di stabilizzarsi. Lo spiega Bill Street, head of investments for EMEA di State Street Global Advisors


Con l'inflazione nell'Eurozona che ha raggiunto il suo livello più basso dal 2009 e le continue pressioni sulla politica monetaria del blocco dell’euro, Mario Draghi, presidente della Bce, ha dichiarato in occasione dell'ultima riunione del Fondo Monetario Internazionale che “ulteriori stimoli monetari” potrebbero essere necessari per evitare la deflazione. Ma potrebbero anche non bastare: poiché una delle ragioni principali per i trend deflazionistici è stata il rafforzamento dell'euro, la situazione rischia di estremizzarsi maggiormente prima di stabilizzarsi.

E' quanto scrive in un recente commento Bill Street, head of investments for EMEA di State Street Global Advisors. "Comprensibilmente, questa volatilità ha innervosito molti investitori in merito alla loro esposizione valutaria, con la costante variazione dei tassi di cambio che influenza il costo dell'investimento in titoli dell’Eurozona. Il nostro modello di fair value sul lungo termine suggerisce che l'euro in questo momento sia caro - stimiamo una sopravvalutazione di quasi il 7% rispetto al dollaro e una sopravvalutazione simile sulla sterlina. Dato che il mercato valutario è attualmente caratterizzato da una bassa volatilità, la sopravvalutazione appare ancora più estrema su una base aggiustata per il rischio" sottolinea Street.

"Tuttavia - prosegue - come il Tesoro degli Stati Uniti ipotizza nell’ultimo report, se l'Europa stesse vivendo un periodo prolungato di bassa inflazione o di deflazione, ci aspetteremmo di vedere questo gap ridursi nel medio termine. Su questa base, come molti investitori, manteniamo una posizione di sottopeso sull’euro rispetto al dollaro e alla sterlina, ma seguiremo da vicino il contesto macroeconomico per intercettare dei segnali per un ritorno al fair value. Allo stesso modo, continuiamo a sovrappesare la sterlina rispetto al dollaro, che riteniamo essere a fair value, ma comunque in una fase di correzione che continuerà a favorire questa posizione".

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