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La Fed si prepara alla normalizzazione, ma prima del previsto

3/20/2014

Il cambiamento a livello di comunicazione da parte di Janet Yellen, numero uno della Fed, sembra aver confuso i mercati, scrive Azad Zangana, European Economist di Schroders.


Janet Yellen ha partecipato al suo primo incontro del Federal Open Market Committee (FOMC) come presidente della Federal Reserve. Mentre le azioni approvate erano attese, il cambiamento a livello di comunicazione sembra aver confuso i mercati. Di seguito un commento di Azad Zangana, European Economist di Schroders.

La Fed ha lasciato i tassi di interesse fermi e ha proseguito sulla strada del tapering, riducendo di 5 miliardi di dollari sia gli acquisti di Treasury sia quelli di mortgage-backed securities (MBS), per una riduzione totale del QE pari a 10 miliardi di dollari. Tuttavia, con il tasso di disoccupazione americano che scende rapidamente verso il target della Fed, al 6,5%, il FOMC ha preso spunto dalla politica della Bank of England, togliendo il riferimento a questo parametro nella forward guidance. Al suo posto, la Fed guarderà a un’ampia serie di indicatori e fornirà una valutazione “qualitativa” dell’economia.

Il FOMC ha sottolineato che “sarà probabilmente appropriato mantenere l’attuale obiettivo di range per il Federal Funds rate per un periodo di tempo considerevole dopo la fine (del QE), specialmente se l’inflazione attesa continuerà a essere inferiore al target di lungo periodo del 2% e a patto che le attese sull’inflazione di lungo termine si mantengano ben ancorate”.

Inoltre, il comunicato del FOMC ha rivelato che la Commissione “attualmente si aspetta che, anche dopo che l’occupazione e l’inflazione saranno vicini ai livelli coerenti con il mandato (della Fed), le condizioni economiche potrebbero, per un po’ di tempo, rendere necessario il mantenimento del target sul Federal funds rate al di sotto dei livelli ritenuti normali nel più lungo termine”.

La confusione è stata creata dal percorso previsto dai membri del FOMC per il Federal funds rate. La stima mediana per i tassi a fine 2015 è all’1%, una previsione più aggressiva di quanto gli investitori si aspettassero. L’immediata reazione dei mercati è stata negativa per l’azionario e per i Treasury (rendimenti più alti). Tuttavia, la conferenza stampa di Yellen, dopo la pubblicazione del comunicato della Fed, ha aiutato a placare i timori, con una valutazione abbastanza “da colomba”.

Il presidente della Fed ha infatti riconosciuto i miglioramenti dell’economia, ma ha manifestato chiaramente l’intenzione di mantenere la politica monetaria su una posizione accomodante fintanto che l’inflazione è inferiore all’obiettivo di lungo termine e la disoccupazione resta elevata. Infatti, Yellen ha suggerito che i tassi di interesse probabilmente resteranno all’attuale livello dello 0-0,25% fino a quando non ci saranno segnali chiari di un’economia vicina alla piena occupazione e fino a quando l’inflazione non sarà significativamente più alta rispetto ai livelli attuali. Naturalmente, il mercato del lavoro riflette con un certo differimento temporale l’andamento della crescita economica. Aspettare di raggiungere la piena occupazione potrebbe dunque far nascere il rischio di un’inflazione più elevata e di un intervento in ritardo da parte della Fed.

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