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Obbligazionario 2014, tutte le incognite di Iggo (AXA IM)

11/27/2013 | Alessandro Chiatto

La situazione in Europa è ancora molto variabile e a preoccupare è soprattutto l'Italia. Sono solo alcuni dei punti toccati da Chris Iggo, cio global fixed income di AXA IM sul mercato obbligazionario per il 2014


La situazione in Europa è ancora molto variabile e a preoccupare è soprattutto l'Italia. Sono solo alcuni dei punti toccati da Chris Iggo (nella foto), cio global fixed income di AXA IM sul mercato obbligazionario per il 2014. 

 

"Non capisco in che modo il mercato possa scontare una stretta da parte della Bce. Nel 2014 le probabilità di un aumento dei tassi sono nulle, mentre c’è una probabilità del 70% di un nuovo taglio dei tassi, e la probabilità di un nuovo piano di allentamento è del 30-40%. Forse è più probabile un nuovo LTRO rispetto a un quantitative easing, ma certamente la Bce interverrà in un modo o nell’altro. Lo scenario macroeconomico è debole, l’indice PMI flash di novembre è solo del 51,5 per le attività manifatturiere e del 50,9 per i servizi, un po’ più debole rispetto al mese di ottobre. Inoltre, l’inflazione è bassa e in calo, e il tasso di cambio è sostenuto da un forte afflusso di capitali e da un avanzo delle partite correnti nell’area Euro". 

 

"Per quanto concerne il rischio di credito sovrano, i temi in Europa ruoteranno attorno al riesame del settore bancario, alla capacità dei paesi partecipanti al programma di farcela da soli, oltre al fatto che lo stato patrimoniale di banche e nazioni sia abbastanza robusto da sostenere i cambiamenti normativi (per cui sarà più difficile per le banche detenere titoli sovrani rispetto ad altre tipologie di titoli).  Un po’ preoccupante l’Italia dove la crescita è debole, le riforme strutturali sono state ritardate dall’incertezza politica e finora non c’è stato un riesame completo del settore bancario come quello che è stato fatto altrove. Lo scenario peggiore che potrebbe emergere dal riesame delle banche è un forte fabbisogno di ricapitalizzazione, con la mancanza di capacità o di volontà da parte dei mercati di immettere nuovi capitali di rischio, per cui potranno verificarsi consolidamenti e salvataggi che si ripercuoterebbero sugli obbligazionisti prima che sui contribuenti".

 

 

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