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4/23/2013
L’economia statunitense ha ritrovato dinamismo e competitività, ma la ripresa potrebbe essere compromessa da una più rigorosa disciplina fiscale. L’Eurozona non va meglio e rimane imbrigliata nella recessione. Volgendo lo sguardo all’Asia, il commercio interregionale e la domanda interna danno prova di vigore, mentre la crescita in Cina si avvicinerà all’8%. In questo scenario, si legge in un recente outlook di Alan Mudie, chief investment officer di Union Bancaire Privée, si rivela sempre necessario il costante supporto delle banche centrali con le loro politiche accomodanti.
Ecco come si stanno muovendo: dalla Fed si attende la conferma del suo programma di acquisto di titoli di stato per mantenere i tassi bassi e promuovere la propensione al rischio tra gli investitori e le imprese. La Bank of Japan, invece, dovrebbe intensificare il proprio operato con il neogovernatore Kuroda, che ha l’incarico di portare l’inflazione al 2% svalutando ancora lo yen. Per quanto riguarda la BCE, la promessa di illimitate Outright Monetary Transactions è riuscita a diminuire il rischio sistemico nella zona euro, tuttavia deve ancora aiutare la trasmissione del credito nella periferia e per raggiungere questo obiettivo sono attese nuove misure.
Nel complesso, sottolinea UBP, la percezione del rischio sistemico è in calo. Lo scenario reflazionistico in atto, prosegue la banca elvetica, favorirà gli attivi di rischio, in particolare le azioni: non solo fornisce liquidità ai mercati finanziari, ma assicura anche che i tassi d’interesse, i rendimenti delle obbligazioni e gli spread creditizi rimangano ancorati ai loro minimi storici. Ciò incoraggia a sua volta gli investitori a cercare performance migliori negli attivi più rischiosi, fornendo un solido sostegno al mercato. La volatilità potrebbe aumentare nel breve termine, a causa delle persistenti incertezze negli Stati Uniti e nella zona euro, ma le flessioni dei prezzi dovrebbero essere considerate come un’opportunità perché gli investitori continuano a credere nelle prospettive di crescita e utili.
Tra le azioni, prosegue l'outlook, anche Giappone e Cina presentano interessanti opportunità. In Giappone gli analisti si stanno precipitando a rivedere le stime sugli utili, perché scontano le nuove politiche adottate dall’Amministrazione Abe e dalla Bank of Japan. "La selezione delle azioni - si legge nell'outlook - dovrebbe favorire le grandi capitalizzazioni, con solidi bilanci, robusti cash flow, dividendi elevati e in aumento. Per quanto riguarda i settori, continuiamo a preferire i ciclici, tra cui industriali e tecnologici, ma siamo posizionati anche nei più difensivi, come i beni di prima necessità e la salute".
E l’oro? Il metallo giallo ha registrato un’underperformance con l’attenuarsi dei timori di rischio sistemico e il ritorno dei capitali nei mercati azionari del mondo. A meno che uno shock importante non colpisca l’economia mondiale o il clima politico in Europa o negli Stati Uniti volga seriamente al peggio, conclude UBP, è probabile che la sua quotazione rimanga piuttosto stabile e "rimane l’ancora della nostra strategia d’investimento". Ecco perché: "Le politiche monetarie non convenzionali e spiccatamente accomodanti, quando saranno riuscite a ripristinare la crescita economica, correranno il rischio di acuire le pressioni inflazionistiche, suscitando quindi timori di deprezzamento delle monete a corso legale. In questa ottica l’oro continua a rappresentare l’ultimo baluardo contro una possibile perdita di fiducia nel sistema. Le prospettive per il metallo giallo rimangono dunque favorevoli nel più lungo termine".
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