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Ecco perché preferiamo le azioni

4/15/2013

Nell'attuale contesto offrono ancora un potenziale di rialzo, spiega Anton Oberhofer, portfolio manager di Swiss & Global Asset Management


La crescita dell’economia mondiale mostra segni di miglioramento. Tuttavia, attualmente i due colossi, ossia gli Stati Uniti e l’Europa, si muovono in direzioni chiaramente opposte. Ecco gli asset su cui puntare in questo contesto secondo Anton Oberhofer, portfolio manager di Swiss & Global Asset Management. Di seguito il gestore spiega la sua strategia di investimento.

Le dinamiche economiche negli Stati Uniti e in Europa continuano a muoversi in direzioni opposte. I dati macroeconomici indicano che l’area euro è ancora in recessione, mentre la ripresa congiunturale negli Stati Uniti acquista slancio. In particolare, il mercato statunitense degli immobili residenziali sembra aver superato il punto più critico ed è in fase di ripresa. Non da ultimo, ciò dovrebbe imprimere nuovo slancio alla domanda di beni di consumo, infatti con l’aumento dei prezzi degli immobili le famiglie tornano ad avere un più ampio margine di manovra nel loro modello di spesa.

Questa analisi è sostenuta dal calo del tasso di disoccupazione e dal livello dell’indice dei direttori degli acquisti, superiore a 50, ossia la soglia della crescita. Le misure adottate dalla Fed stanno conseguendo i risultati auspicati. Quest’anno negli Stati Uniti l’economia potrebbe riservare sorprese positive, sebbene i dibattiti in materia di budget esortino alla prudenza. Eventuali tagli alla spesa pubblica potrebbero penalizzare la crescita.

Lieve miglioramento nell’area euro
Lo sviluppo economico dell’area euro rimane debole. Persino l’economia tedesca non evidenzia più il vigore degli ultimi mesi: l’intera area euro è in recessione. Un aspetto positivo da segnalare è che il costo unitario del lavoro in Europa sta diventando più omogeneo, sebbene l’Italia e la Francia continuino a procedere in controtendenza. Sul fronte opposto, l’andamento dell’attività creditizia appare eterogeneo.

Mentre nei paesi “core” i prestiti bancari tornano ad aumentare, nei paesi periferici continuano a evidenziare una tendenza al ribasso. I tassi nell’area euro rimangono elevati, il che indica che la politica monetaria accomodante della BCE, all’insegna di bassi tassi d’interesse, non sta dando i suoi frutti nell’economia reale. Nel complesso, tuttavia, prevediamo che nel corso del 2013 la situazione economica in Europa registrerà un miglioramento.

Svolta in Giappone
In Giappone la politica economica ha assunto una nuova direzione e cerca di stimolare l’economia e spingere al rialzo le aspettative di inflazione attraverso una politica monetaria estremamente espansiva. Sinora gli effetti di tali misure si sono manifestati nel tasso di cambio e nella performance del mercato azionario. L’andamento reale dell’economia, invece, non lascia ancora intravedere segnali di  miglioramento. I mercati emergenti vengono penalizzati in misura sempre maggiore dalla debolezza dei paesi industrializzati. Fa eccezione la Cina, che ha perlopiù superato le aspettative.

Asset allocation: i riflettori rimangono puntati sulle azioni
L’attrattiva relativa delle asset class viene determinata mediante la valutazione e le prospettive economiche. La nostra politica d’investimento continua a concentrarsi sulle azioni. In base al rapporto prezzo/utili medio, attualmente le azioni presentano valutazioni più elevate, ma ravvisiamo ancora un potenziale di rialzo. Fintanto che proseguirà, la politica monetaria espansiva della Fed dovrebbe sostenere i mercati azionari. Per quanto riguarda le obbligazioni, manteniamo il sovrappeso sulle emissioni societarie e ricerchiamo rendimenti aggiuntivi nei mercati emergenti. Continuiamo a sottopesare il mercato obbligazionario svizzero.

Le nostre previsioni indicano una ripresa economica che probabilmente porrà termine al contesto di tassi d’interesse estremamente bassi. Gli immobili sono richiesti in ragione dei dividend yield più elevati rispetto ai titoli di Stato e della parziale protezione dall’inflazione. Acquistiamo investimenti immobiliari indiretti, in particolare nei paesi con bassi tassi d’interesse, come alternativa ai titoli a reddito fisso.

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