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4/9/2013 | Roberto Abate
La propensione al risparmio delle famiglie torna indietro di 23 anni. Nel 2012, secondo i dati Istat, è risultata pari all'8,2%, con una diminuzione di 0,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente: è il dato più basso dal 1990, inizio della serie storica. Non solo. Nel quarto trimestre del 2012, al netto della stagionalità, il calo rispetto allo stesso periodo del 2011 è stato ancora più accentuato e pari allo 0,9% portando il dato all'8,3%, con una diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
La riduzione del tasso di risparmio delle famiglie consumatrici, secondo l'Istat si spiega con una riduzione del reddito disponibile durante l'anno (-2,1%) più intensa della flessione della spesa per consumi finali (-1,6%). Calano anche gli investimenti fissi lordi delle famiglie, diminuiti del 4,6% e il relativo tasso di investimento (definito dal rapporto tra gli acquisti di abitazioni e reddito disponibile lordo) che si è attestato al 6,8%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al 2011.
Negli ultimi tre mesi, invece, il dato è pari al 6,8%, invariato sia rispetto al trimestre precedente, sia al corrispondente trimestre del 2011. Il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti è diminuito del 2,1% nel 2012, mentre nell'ultimo trimestre dell'anno esso ha registrato una riduzione dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti e del 3,2% sul quarto trimestre del 2011.
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