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Bruxelles non fa più miracoli, ma Draghi sì

3/20/2013

Il rischio default delle banche cipriote è ancora al centro dell'agenda europea. Ecco il commento a cura di Patrice Gautry, Capo Economista di Union Bancaire Privée


Il rischio default delle banche cipriote è ancora al centro dell'agenda europea, dopo che il Parlamento ha bocciato il piano di aiuti che prevedeva il prelievo forzoso sui conti correnti. Ecco il commento a cura di Patrice Gautry, Capo Economista di Union Bancaire Privée, UBP.

Non vi è dubbio che l'economia cipriota è in crisi e che rimarrà in questa situazione: nel 2012, il paese ha subito una recessione del 2,5% - che secondo le  ultime stime dell'UE si attesterà al 3% nel 2013, ma più probabilmente raggiungerà il  5% o il 6% data la situazione di  crisi - mentre il deficit di bilancio è di circa il 5% del PIL e il rapporto debito / PIL sarà presto superiore al 100%. I settori della costruzione e del consumo continueranno a diminuire e solo le esportazioni potrebbero portare un po’ di ossigeno. Inoltre, la necessaria riduzione del settore bancario a Cipro, che è sette volte il PIL del paese, rispetto alla media degli altri paesi della regione che è pari a circa tre volte il PIL, porterà una riduzione del credito interno.

I negoziati che hanno avuto luogo in questo fine settimana e che sono proseguiti lunedì, mettono in dubbio la governance della zona euro. Per la prima volta un governo ha imposto quello che sembrava inconcepibile al suo popolo, contro la raccomandazione europea - che prevede garanzie per depositi fino a € 100.000. Un pericoloso precedente è stato creato. D’ora in poi i problemi del settore bancario nell'area Euro verranno risolti con prelievi sui depositi? Grecia, Portogallo, i correntisti delle  Landesbanken tedesche e soprattutto la Spagna hanno evitato di poco la stessa situazione!

Non sarà certo il mea culpa tardivo dell’UE né l’aver trasferito in capo al governo cipriota la decisione di recuperare in primis 6 miliardi per beneficiare di un aiuto di 10 capace di contenere la perdita di credibilità delle banche, del nuovo governo o dei vertici europei.  Per uscire dalla crisi ed evitare i rischi di liquidità la BCE andrà in overdrive fino a ridurre i tassi d'interesse per diminuire i costi di rifinanziamento delle banche cipriote in difficoltà.

Il rischio di contagio ad altre economie sembra debole e non dovremmo assistere ad un bank-run  in Italia o in Spagna. Infatti, anche se ancora fragile, il loro settore bancario è sulla buona strada per la ristrutturazione e ricapitalizzazione. Oltre al "Draghi-put" (vale a dire, la possibilità di utilizzare l’OMT, su richiesta dei governi) che rappresenta una rete di sicurezza per questi paesi e per i mercati obbligazionari.

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