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Patrimoniale sui conti: un precedente pericoloso

3/19/2013

I correntisti delle banche cipriote si sono svegliati sabato mattina con una doccia fredda: un prelievo forzoso del 10% sui depositi superiori a 100.000 euro. Ecco il commento di Stefan Isaacs di M&G


I correntisti delle banche cipriote si sono svegliati sabato mattina con una doccia fredda: un prelievo forzoso sui conti correnti di quasi il 10%, per i depositi superiori a 100.000 euro. Una decisione del governo che potrebbe costituire un precedente nell'Eurozona. Ecco il commento di Stefan Isaacs (nella foto), M&G European Corporate Bond.

Una garanzia è solida tanto quanto lo è la sua controparte. Con un sistema bancario che ha bisogno di 10-12 miliardi di euro per salvarsi – circa il 60% del PIL – il governo cipriota è stato costretto ad accettare di condividere il carico del debito con i correntisti. I correntisti che sono andati a dormire sabato notte pensando che i loro risparmi fossero al sicuro, si sono svegliati sabato per scoprire che era stato proposto che i conti con depositi al di sotto dei €100.000 sarebbero stati ‘tassati’ del 6.75%, e quelli con depositi superiori ai €100.000 sarebbero stati tassati del 9.9%, contribuendo in totale per circa €6 miliardi al salvataggio delle banche. Tutto ciò senza riguardo dei presunti schemi di garanzia dei correntisti. I correntisti riceveranno azioni delle loro rispettive banche come modo per compensare e potenzialmente obbligazioni che per due anni danno diritto a quelli che lasciano i loro soldi nelle banche a una porzione delle future entrate statali dal gas naturale. I restanti €4-6 miliardi verranno presumibilmente dalla Troika.

Se quanto riportato dalla stampa è vero, si è trattato di un’offerta ‘prendere o lasciare’ da parte della Troika, con i ministri delle finanze di Germania e Finlandia che non volevano andare dai loro rispettivi parlamenti senza la condivisione del debito dei correntisti. Questo evidenzia le difficoltà reali delle politiche nazionali all’interno dell’Unione Europea, e solleva nuove questioni.

In primo luogo, ci sono notevoli difficoltà politiche da affrontare. È probabile che l’opposizione interna a tale accordo sarà forte, e non in ultimo perché sarà vista come un colpo sproporzionatamente duro per i risparmiatori ciprioti – che avevano creduto che i propri depositi fossero al sicuro almeno entro i €100.000, e favorevoli per i ricchi correntisti non ciprioti che detengono ingenti somme di denaro nelle banche offshore. Si potrebbe argomentare che coloro con oltre €100.000 in depositi nelle banche dovrebbero sostenere l’urto di qualsiasi presunto salvataggio. Con una maggioranza parlamentare risicata, il governo cipriota potrebbe faticare per far passare la necessaria legge. L’approvazione dovrà  essere cercata anche tra gli altri Stati membri dell’Eurozona.

In secondo luogo, insieme alla recente espropriazione degli obbligazionisti di bond junior di SNS Reaal l’attitudine verso i salvataggi finanziati a suon di tasse sembra essere più difficoltosa. Mentre questa crisi ha già visto la svalutazione di azioni e debito, è stato ora oltrepassato il Rubicone della condivisione del debito da parte dei correntisti. Oggi esiste un precedente per questo approccio di socializzazione delle perdite all’interno dell’Eurozona nel suo complesso. Mentre la Troika si sforzerà di minimizzare il suo significato, si potrebbero comunque manifestare delle conseguenze implicite.

Terzo, la situazione di Cipro serve a ricordarci che oggi gli schemi di garanzia dei correntisti in Europa sono sottoposti a un approccio disomogeneo. Le garanzie per i correntisti sono tanto solide quanto lo sono gli Stati che le forniscono. Nel caso di Cipro, con un sistema bancario che vale sette volte la sua economia, chiaramente queste garanzie contavano ben poco. Con i tassi dei conti correnti che oggi pagano molto poco in tutta Europa è improbabile che ci voglia molto per spingere un cambiamento nell’atteggiamento degli investitori.

Quarto, il caso Cipro solleva domande reali sulla preferenza dei correntisti. Con un debito bancario esistente di circa €2 miliardi, i politici lo hanno giudicato troppo piccolo di per sé per essere ricapitalizzato. Questo può essere vero. Tuttavia favorendo il debito senior rispetto ai correntisti si pone una domanda: per l’individuo comune è allora in teoria meglio avere debito bancario high yield rispetto a un conto di deposito?

Quinto, la BCE sembra aver minacciato che se le misure non saranno approvate, allora ritirerà i finanziamenti del programma ELA (European Liquidity Assistance) a Laiki bank, la seconda banca cipriota, lasciando il governo cipriota a pagare da solo il conto per l’intero settore bancario e a dover pagare l’assicurazione sui depositi in pieno. Ciò evidenzia quanto molte banche europee rimangano dipendenti dai finanziamenti della BCE, e che se i finanziamenti fossero ritirati allora il loro collasso sarebbe inevitabile.

Infine, siamo nuovamente di fronte a un altro Paese costretto a porsi di fronte a una dura scelta: cedere parte della sovranità a Bruxelles o affrontare la rovina finanziaria. Il progetto dell’Eurozona continua a chiedere moltissimo ai propri cittadini. I salvataggi non vengono – e non verranno – gratis. L’accordo cipriota sarà sulle prime pagine dei giornali per I prossimi giorni. Non possiamo aiutare, ma pensare che i mercati ascolteranno Cypress Hill – Insane In The Brain nelle prossime settimane, e forse anche la Troika dovrebbe farlo.

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