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Il rally in Europa ha un nuovo ostacolo: Cipro

3/18/2013 | Massimo Morici

L'isola pronta a tassare conti e depositi con "una tantum" da 7 miliardi per ricevere 10 miliardi di aiuti dall'Esm. Ma i mercati temono che possa costituire un precedente


Il rally delle borse europee iniziato a giugno dello scorso anno potrebbe fermarsi di fronta a una piccola isola, pronta ad esplodere dal punto di vista finanziario. Sulla scia dei timori per il salvataggio di Cipro, che prevede di tassare i conti bancari, le borse europee oggi hanno aperto tutte in profondo rosso: l’indice Ftse 100 a Londra cede l’1,48% 6.394,56 punti, il Cac 40 di Parigi lascia sul terreno il 2,1% a 3.761,22 punti, il Dax 30 di Francoforte arretra dell’1,7% a 7.904,90 punti. L’Ftse Mib fa registrare un -2,73% a 15.619 punti mentre l’Ibex di Madrid perde il 2,75% a 8.381,8 punti.

Una mossa, quella di Nicosia, che il mercato teme possa diventare un precedente: il Parlamento cipriota, infatti, si riunisce oggi per approvare il piano di aiuti dell’Eurozona per salvare le banche dell'isola dalla bancarotta, prima della riapertura delle banche di domani (oggi a Cipro è festa: si celebra il lunedì che segna l’inizio della Quaresima). Ma se i mercati temono il via libera (atteso entro le 15) al prelievo forzoso, la preoccupazione per il governo di Nicosia è che in caso di mancata approvazione del piano i correntisti possano riversarsi in massa agli sportelli per ritirare i loro risparmi. 

Non a caso l'esecutivo ha pensato di chiudere le banche anche domani e dopodomani. Tuttavia, la fuga era già iniziata: negli ultimi sette giorni sono espatriati 4,5 miliardi di euro mentre da inizio l'anno hanno fatto le valigie ben 20 miliardi di euro, tra cui anche esponenti vicine al governo, su un totale di 68 miliardi di euro (accumulati negli ultimi anni grazie a una tassazione agevolata per le imprese) rispetto a un Pil di soli 17 miliardi.   

In cambio di aiuti da parte dell’Eurozona per 10 miliardi di euro, necessari a salvare le banche dell'isola sull'orlo della bancarotta, il governo di Nicosia si è impegnato ad applicare una tassa una tantum sui depositi (del 6,75% per somme fino a 100.000 euro e del 9,9% oltre questa cifra), anche se si stima che circa metà dei correntisti siano non residenti e di nazionalità russa. Se il piano sarà approvato, come riporta il quotidiano Cyprus Mail, i soldi verranno prelevati dai conti entro domani mattina.

Per l'Italia, infine, non c'è  alcun rischio di contagio per la vicenda di Cipro, ha specificato  una nota l'Abi, l'associazione bancaria guidata da Antonio Patuelli. "Dai dati della Banca dei regolamenti internazionali (Bri) - aggiunge l'Abi - le banche italiane risultano esposte verso Cipro in misura minima, complessivamente fra tutte sotto un miliardo di euro. Di qui la massima serenità nell'escludere il rischio contagio".

 

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