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1/18/2013 | Redazione Advisor
Investire in Africa, tra false convinzioni e realtà. Il nuovo outlook di Mark Mobius (nella foto), executive chairman di Franklin Templeton Emerging Markets Group, parte da questa idea: l'Africa non è sempre l'Africa. "C'è sempre la percezione - suggerisce Mobius - che il paese resti immutato, invece l'economia e le persone evolvono. Non ci sono soltanto piaghe e violenza. Esiste anche una bellezza naturale ed una diversità culturale capaci di far progredire il business dell'area".
Secondo Mobius, le possibilità dell'Africa sono sotto i nostri occhi: basta andare a vedere. "E' un fatto - prosegue - che il monopolio governativo in Africa renda limitato lo spettro di opportunità sul territorio, in termini di investimento. Ad esempio, in Nigeria l'elettricità è tenuta sotto controllo e soggetta a restrizioni che rendono praticamente impossibile pensare di poter investire là nel ramo della potenza energetica. Così quando il governo attenua il prezzo della benzina, è difficile trarre profitto da una raffineria. Con il supporto di Banca Mondiale, FMI ed altre organizzazioni internazionali, ci accorgiamo, oggi, che fare affari in un paese come l'Africa sta divenendo più semplice".
Un altro paradosso è il credere che l'Africa ed il suo destino dipendano unicamente da materie prime come petrolio, cacao e minerali. Miniere e risorse naturali sono ovviamente importanti, conclude Mobius, ma i driver dell'economia e della sua crescita, in Africa, sono anche tecnologia, energia solare… "Molti europei forse non comprendono che molte delle cose che abbelliscono la loro tavole sono quasi certamente prodotte in Africa. Sono poi interessanti le industrie e i settori legati al crescente potere del consumatore. Anche per i bisogni di istituti finanziari ci sono opportunità da non sottovalutare".
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