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Usa, altri due precipizi all'orizzonte

1/4/2013

Dopo l'accordo sul fiscal cliff raggiunto in extremis nella notte del 31 dicembre gli Stati Uniti si trovano ad affrontare altri due "cliff": i tagli alla spesa e il debito pubblico.


Evitate le tasse, restano altri due precipizi da affrontare: i tagli alla spesa e il debito pubblico.
 


I tagli alla spesa

Obama nei prossimi giorni dovrà affrontare l’ennesima battaglia contro i repubblicani e nuove, possibili, crisi. L’accordo per evitare il ‘fiscal cliff’, ovvero tagli alla spesa e aumenti delle imposte per 600 miliardi di dollari, è stato raggiunto solo all’ultimo: un piano d’emergenza, insomma, per evitare il peggio, non un piano completo, che dovrà essere preparato al più presto, come chiesto anche dal Fondo monetario internazionale, che nei giorni scorsi ha commentato l’intesa.

Democratici e repubblicani hanno lavorato a un accordo sulle imposte per salvare la classe media, rimandando il discorso sui tagli alle spese federali. Gli analisti, in generale, hanno salutato il piano votato in Congresso come un passo nella giusta direzione; tuttavia, ha fatto notare Moody’s, “non rappresenta un miglioramento significativo nel rapporto debito-Pil nel medio termine”. Misure insufficienti, quindi: per questo l’agenzia di rating si aspetta ulteriori misure nei prossimi mesi. Altrimenti il rating degli Stati Uniti potrebbe essere rivisto al ribasso. source
 

Il debito pubblico

Il problema del tetto del debito è stato solo rimandato, e il conto alla rovescia continua: gli Stati Uniti, ha fatto sapere il Tesoro, hanno ormai raggiunto il massimo prestabilito di 16.400 miliardi di dollari e restano solventi grazie a una serie di misure straordinarie adottate dall’amministrazione Obama, con 200 miliardi “liberati” dal Tesoro, che ha rinviato versamenti di contributi pensionistici ai lavoratori pubblici e emissioni di titoli. Entro la fine di febbraio, il tetto del debito dovrà essere alzato per evitare il default. Ma i repubblicani che siedono in Congresso, per accettarlo, chiedono in cambio pesanti tagli alla spesa.
 


L'agenda dei prossimi mesi

A proposito di tagli, il primo marzo scatteranno – senza un altro accordo – i tagli alla spesa che sono stati rinviati di due mesi con l’accordo di Capodanno. E il 27 marzo, in mancanza dell’approvazione da parte del Congresso della finanziaria per l’anno fiscale che scade il 30 settembre, il governo cadrà nella paralisi. 

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