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Gestori, l'Asia è il motore del 2013

12/13/2012 | Redazione Advisor

Il 73,7% degli intervistati prevede un apprezzamento dell'area asiatica. Il motore che muove tutto l’ingranaggio sarà la Cina, la cui crescita sembra...



L'Asia sarà il motore del 2013. Così la pensano i gestori interpellati da Morningstar nel consueto sondaggio mensile tra le principali SGR che operano in Italia.

In particolare il 73,7% degli intervistati prevede un apprezzamento dell'area asiatica. Il motore che muove tutto l’ingranaggio è la Cina, la cui crescita sembra essersi stabilizzata intorno al 7,5%, con possibilità di sorprese positive. Timori invece sul futuro dell'Italia, non tanto per l'incertezza politica, che comunque ha il suo peso, quanto per il demone "inflazione". Il Belpaese è in recessione per il sesto trimestre consecutivo e il futuro è offuscato anche dall’incertezza politica. Il binomio non piace ai mercati. Per questa ragione, i pessimisti su Piazza affari sono il doppio rispetto a quelli sul resto d’Europa (10,5 contro 5,3%).

Del Vecchio Continente preoccupa la situazione congiunturale in particolare nei paesi periferici, che sono alle prese con la ristrutturazione del debito sovrano. Una mancata crescita, infatti, si ripercuoterà negativamente sulle finanze pubbliche dei cosiddetti Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), con conseguente ritorno verso l’alto degli spread (i differenziali rispetto ai titoli di stato tedeschi) a causa del peggioramento del rapporto debito/Pil (Prodotto interno lordo).

Nel breve, i gestori non escludono prese di beneficio, ma su un orizzonte semestrale, il 73,7% si attende un rialzo delle Borse del Vecchio continente.

Per quanto riguarda l'USA i gestori hanno fiducia che un accordo sul fiscal cliff si troverà. Sul fronte macro, la situazione sembra migliore rispetto all’Europa, sostenuta dalla politica ultra-espansiva della Federal Reserve, dalla dinamicità dell’economia e dai fondamentali demografici. Questi fattori saranno determinanti nella lotta al debito pubblico. Per quanto riguarda le valutazioni, la maggior parte dei gestori le giudica “eque”, se non addirittura superiori rispetto alle proiezioni degli utili. Di conseguenza, il 42,1% si aspetta un’oscillazione della Borsa attorno agli attuali livelli, mentre il 47,4% prevede un apprezzamento.

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