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12/10/2012 | Massimo Morici
Un’ipotesi che circola tra gli operatori per la seconda metà del 2013 è quella di un travaso di liquidità dai bond verso l’equity in seguito alla fine di un trend rialzista sui mercati obbligazionari. In questa prospettiva, quindi, diventa essenziale riequilibrare l’esposizione ai bond.
Del resto a fronte di una media a 10 anni del 4,2%, i rendimenti delle obbligazioni corporate AA ora viaggiano poco sopra il 2%, mentre i titoli di Stato più solidi come il Bund e i Treasuries questa estate viaggiavano molto al di sotto della stessa percentuale (dati al 7 agosto 2012 di UBS European Equity Strategy).
Se questo è lo scenario cosa mettere o lasciare in portafoglio? Secondo Alessandro Fugnoli, senior strategist di Kairos Partner, bisogna distinguere: i corporate non corrono rischi, “anche se quelli di qualità sono ormai quasi arrivati”. I governativi americani e tedeschi sono anch’essi a fine corsa, mentre quelli dei paesi mediterranei e i finanziari “hanno ancora strada da fare, ma non bisogna pensare che siano definitivamente fuori dal guado”, avverte.
Dunque, in linea generale meglio il corporate dei governativi. Ma anche in questo caso bisogna saper scegliere. Nell'ultimo outlook Invesco, per esempio, spiega che gli investitori alla ricerca di reddito di qualità dovrebbero puntare sulle obbligazioni di società con cedole elevate e utili sostenibili, mentre gli esperti di Ubp consigliano per il prossimo anno di puntare sulle obbligazioni societarie convertibili e quelle high-yield.
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