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11/5/2012 | Roberto Abate
Un tema che finisce di rado sotto i riflettori è quello delle privatizzazioni e liberalizzazioni in Cina. Politiche a cui il Dragone ricorre quando ha bisogno di dare impulso alla crescita senza pesare sui conti pubblici (il rapporto debito Pil non supera il 25%). Vi si sofferma invece Alessandro Fugnoli di Kairos Partner nell’ultima newsletter agli investitori, spiegando che la prossima grande spinta all’economia cinese, più che dall’edilizia popolare e da altre infrastrutture, verrà proprio su questo terreno.
Il problema, però, è come. "Buona parte del 2013 – spiega - sarà speso nel dibattito sul modello di privatizzazione. Gli interessi in gioco sono enormi e per parecchi mesi la discussione resterà sott’acqua. Ci sono i fautori di privatizzazioni alla russa, con la creazione di una élite di oligarchi vicini al partito. Ci sono poi i sostenitori di un azionariato diffuso, quelli di uno smembramento delle conglomerate e quelli favorevoli al modello coreano".
Qualunque sia la strada, è alta la probabilità che, una volta avviata la riforma, l’economia ne ricavi benefici significativi, mentre la borsa di Shanghai, nella quale il peso dei grandi carrozzoni pubblici è molto elevato, potrà tornare a salire, prosegue Fugnoli. Non aspettatevi però soluzioni nel breve termine: il grande tema delle privatizzazioni, conclude Fugnoli, "non si tradurrà in misure concrete prima della conferenza economica dell’ottobre 2013" e in pratica la Cina non offrirà, nell’immediato, "spunti rilevanti per un grande bull market delle borse asiatiche, ma darà loro un supporto di fondo più solido di quello che abbiamo visto negli ultimi mesi".
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