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10/10/2012 | Roberto Abate
La crisi dell’eurodebito ha cambiato la percezione delle singole asset class, soprattutto dei titoli di stato dei paesi sviluppati, un tempo considerati privi di rischio, ma ora non più. Ecco perché è necessario seguire un nuovo approccio nell’asset allocation, come è emerso a un recente convegno a Monaco di Baviera tenuto da Allianz Global Investors. In tale contesto, le obbligazioni asiatiche possono rappresentare un’alternativa ai titoli di stato dei paesi occidentali con i rating più elevati.
"A differenza dei paesi industrializzati, i mercati emergenti asiatici spiccano per i bassi livelli di debito pubblico, le ingenti riserve valutarie, i rating in via di miglioramento e i trend positivi nelle quotazioni delle valute. I solidi fondamentali hanno iniziato ad attirare l’interesse degli investitori: attualmente già l’8% delle obbligazioni mondiali proviene dai mercati emergenti asiatici e questo trend è destinato a proseguire", spiega David Tan, cio pan-regional Asian Fixed Income di AllianzGI.
La casa d’investimento, braccio del colosso assicurativo tedesco, è inoltre persuasa che gli investitori con passività a lungo termine, quali fondi pensione e compagnie assicurative, troveranno sempre più interessanti gli investimenti infrastrutturali, pertanto lo scorso luglio ha creato un team specializzato, diretto da Deborah Zurkow, per individuare e gestire il segmento infrastrutturale investment grade per conto di Allianz e di clienti terzi.
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