Tempo di lettura: 3min
8/9/2012 | Redazione Advisor
"Gli investitori obbligazionari non hanno vita facile di questi tempi; i rendimenti del debito degli stati solidi sono vicini ai minimi storici e le banche centrali proseguiranno il loro corso espansivo presumibilmente ancora per mesi" E' questa l'idea espressa da Mario Fraefel, gestore del fondo JB Credit Opportunities, Swiss & Global Asset Management..
Secondo l'esperto, i politici dell’Eurozona hanno asserito di voler prestare aiuti ai paesi deboli a livello strutturale, tra cui recentemente la Spagna, anche se il processo sarà lungo e gli ostacoli non mancano. Per esempio, le sorti del Meccanismo europeo di stabilità saranno decise dalla Corte costituzionale tedesca il 12 settembre prossimo.
Fino a quando non se ne saprà di più, gli investitori internazionali rimarranno piuttosto riluttanti ad acquistare i titoli emessi da questi paesi.
Inoltre seppure Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, ha recentemente sottolineato che “la Bce è pronta a fare tutto il necessario per salvare l’euro”, il suo aiuto della Bce sarà solo temporaneo. I correttivi fiscali e le riforme strutturali devono provenire dagli stessi paesi, dopo di che i rendimenti cominceranno a scendere. "L’Irlanda, per esempio, è sinora riuscita in questo intento dopo aver chiesto il supporto dell’EFSF circa due anni fa. Nel mese di luglio 2011 i rendimenti delle scadenze decennali si erano avvicinati al picco del 14% e ora sono al di sotto del 6%. Il governo irlandese è riuscito anche ad attingere ai mercati dei capitali con un’emissione a cinque e otto anni nelle scorse settimane" spiega l'esperto.
Sulla base di questo scenario la strategia del gestore è quella di restare cauti sui settori o sugli emittenti strettamente legati ai paesi periferici dell’Europa (soprattutto banche e utilities). "In termini di asset allocation, avevamo ridotto l’esposizione nelle asset class più rischiose (high yield, mercati emergenti) prima delle elezioni in Grecia. Poiché l’incertezza sul risultato elettorale è superata e la volatilità sui mercati finanziari è diminuita, abbiamo cominciato a riaffacciarci su queste regioni" continua Fraefel.
Ma quali sono le prospettive? Secondo il gestore "i premi di rischio sui mercati del credito sono elevati: circa 200 punti base (pb) per le obbligazioni globali investment grade, 350 pb per il debito dei mercati emergenti in valuta forte e 680 pb per le obbligazioni globali high yield. Ci attendiamo un assottigliamento, perché la caccia al rendimento da parte degli investitori li farà uscire dalla scialba realtà del mercato monetario e del debito pubblico per trasformarli in alternative fondamentalmente solide e più redditizie".
E allora meglio puntare sugli emergenti. "Crediamo che le economie emergenti registreranno un dato favorevole quest’anno. Considerando le tranquillizzanti prospettive di crescita per quest’area geografica, i solidi fondamentali e le valutazioni appetibili, le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta forte rappresentano uno degli investimenti più invitanti in questo segmento. Dal punto di vista del profilo di rischio/rendimento, anche le obbligazioni investment grade appaiono interessanti. Le aziende valide generano cash flow positivi e presentano bilanci solidi; i tassi di default e il rischio di downgrading sono rassicuranti, le valutazioni si confermano interessanti e i titoli obbligazionari come asset class non hanno bisogno di tassi di crescita elevati ai fini della performance" conclude l'esperto.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie