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Mercati emergenti: Messico, da perdente a gigante

8/9/2012 | filippo.brunamonti

Si contende da sempre la leadership con il Brasile. Oggi, dopo la vittoria del Partito rivoluzionario istituzionale, il Messico fa il pieno di nazionalismo, verso il riscatto. Ecco le prospettive di crescita secondo il guru Mark Mobius


 

Il Partito rivoluzionario istituzionale è tornato al potere in Messico dopo 12 anni. Il candidato Enrique Peña Nieto, ex governatore dello Stato del Messico, ha vinto le elezioni presidenziali con quasi il 38% dei voti, il primo luglio scorso. "Le elezioni, si sa, vanno e vengono, ma il vero test per un politico è mettere in pratica le promesse fatte durante la campagna elettorale, tradurre in fatti la retorica" scrive Mark Mobius (nella foto), executive chairman di Franklin Templeton Emerging Markets Group.


Mobius si dice positivamente colpito dai risultati in Messico, ed il suo entusiasmo è sostenuto dal mercato azionario che ha reagito con ottimismo alla vittoria del PRI, ivi incluso l'indice de Precios y Cotizaciones. "Mentre il futuro post-elezioni è in discussione, trovo che le cose siano incoraggianti sul fronte economico in Messico. Il tempo ci dirà se questo è vero o meno. Ad ogni modo, i messicani hanno dato dimostrazione di aver fame di cambiamento", prosegue Mobius. Restano in sospeso, secondo il guru dei mercati emergenti, riforme sul piano energetico, proposte fiscali, riforme del lavoro, una spinta alla crescita e alle infrastrutture. "Per raggiungere un punto di svolta, occorrerebbe abbassare le tasse e migliorare le condizioni di lavoro, magari mettendo delle limitazioni agli scioperi".


Il petrolio resta l'asset più forte sul territorio, ma l'intera industria meriterebbe un rafforzamento. Gli esperti vedono il Messico come il più svantaggiato, il perdente in partenza dell'America Latina. "Ci sono molti 'se' e molti 'ma' tuttavia credo che il Messico presto possa sorpassare il Brasile e diventare l'economia più forte, perché meno indebitato, perché il governo svolge un ruolo meno importante o invasivo sull'economia del paese e l'inflazione sembra esser più sotto controllo". In conclusione, "gli investitori stanno riconoscendo le attrattive del Messico come destinazione dell'investimento. Dal settore energetico si aspettano grandi ritorni. La crisi dell'eurozona ha permesso a molte compagnie e società dei mercati emergenti di acquistare e sviluppare brand europei a prezzi competitivi, e le aziende messicane sono in questa rosa".

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