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8/7/2012 | Roberto Abate
Non combattere la Fed, ma neanche la Bce, si sono detti in molti in questi giorni chiudendo gli short sull’Europa. Per capire come finirà l’estate sui mercati finanziari bisogna reinterpretare un vecchio detto di Wall Street. Almeno secondo Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partner: "Questa volta si fa sul serio, è vero, ma probabilmente non nel modo che si immaginano i mercati. L’offensiva di Fed e Bce – spiega nella consueta newsletter settimanale di alcuni giorni fa - non sarà infatti la guerra lampo di un giorno, ma durerà tutta l’estate e si prolungherà almeno fino alla fine dell’anno”.
I mercati, infatti, praticano la guerra di corsa, attaccano e si ritirano, mentre le banche centrali “sono comunque eserciti regolari che rispondono a leggi e regolamenti” con una logistica imponente e impegnativa. “Quello che Draghi ha voluto dirci – sottolinea Fugnoli - non è che la Bce, all’improvviso, ricorrerà alla bomba atomica dell’acquisto illimitato di titoli italiani e spagnoli. Nessun esercito, anche in era nucleare, ha mai iniziato un conflitto con l’atomica e perfino Truman, pur avendo pronta la bomba da qualche mese, aspettò il quinto anno di guerra prima di farvi ricorso”.
In questo caso, però, sarà questione di mesi. L’offensiva congiunta Efsf-Esm-Bce scatterà in un momento qualsiasi tra qui e fine anno, prevede Fugnoli, quando la Spagna, in accordo con Berlino e Bruxelles, chiederà soldi all’Efsf-Esm. Solo dopo il timbro del fondo salva - Stat, la Bce, autonomamente, ma nel pieno rispetto del primato della politica, schiererà le sue divisioni, avverte lo strategist di Kairos Partner, secondo cui rispetto all’anno scorso l’acquisto diretto di Bonos e Btp potrebbe avere un impatto maggiore.
Nel 2011, infatti, era in corso lo smobilizzo massiccio di titoli mediterranei da parte delle banche francesi e tedesche e la Bce, pur comprando per 200 miliardi, ha avuto successi limitati e brevi sullo spread. “Come ha dimostrato la Banca nazionale svizzera con il franco, una banca centrale, se vuole, può rincorrere come vuole gli speculatori e farne scempio”, aggiunge Fugnoli che consiglia di tenere in portafoglio Bonos e Btp, che sono l’oggetto del contendere e di tutte le attenzioni dei policy maker, senza superare il 20 per cento.
Quanto alla Fed, con le elezioni presidenziali fra poche settimane, Bernanke deve giocare d’astuzia. Preannunciando il Qe3 per fine anno o per l’inizio del 2013, conclude Fugnoli, "può raccontare ai repubblicani che non ha aiutato Obama prima del voto e ai democratici che si è impegnato solennemente a sostenere il ciclo". Ma in verità, conclude, la banca centrale USA sferrerà l'attacco nelle settimane turbolente di fine anno, "quando lo scontro politico sul fiscal cliff e le potenziali ricadute negative sui mercati e sull’economia potranno rendere molto più necessario di adesso il ricorso effettivo al Qe".
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