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7/10/2012
"Unioni fiscali prima, unioni monetarie dopo"
La crisi del debito che sta interessando l'Eurozona rappresenta il problema singolo più preoccupante per l'economia globale e sfortunatamente il vertice dei leader dell'eurozona che si è tenuto a fine giugno non è riuscito a porre rimedio alla grave falla presente nell'architettura del sistema della moneta unica.
Secondo John Greenwood, capo economista di Invesco, nel consueto Economic Outlook, il grave problema dell'Europa, che poi si ripercuote sull'economia globale, è l'assoluta contrarietà di rinunciare alla propria sovranità nazionale a favore di un tesoro federale dell'eurozona dotato di pieni poteri in materia fiscale, di spesa e finanziamento per conto di tutti i membri.
Il rifiuto di porre rimedio a questa grave falla nell'architettura dell'Eurozona rischia di far crollare l'intero edificio.
I consumatori invece si sono istintivamente resi conto del problema e stanno cercando di proteggere i propri fondi con il ritiro di depositi.
La soluzione
La migliore speranza per l'Europa sta in un intervento della Bce tramite operazioni LTRO triennali che potrebbero stimolare una forte ripresa della Germania e delle altre economie centrali con effetti positivi su quelle economie periferiche più in difficoltà.
Sguardo fuori dall'Europa
Come negli Usa anche nel Regno Unito è in atto un processo di risanamento patrimoniale pur partendo da una posizione più grave visto l'elevato indebitamento delle banche e famiglie in crisi e le dimensioni del comparto statale ma anche per la vicinanza all'Eurozona e la dipendenza dalle esportazioni verso l'Ue.
Infine anche le principali economie esportatrici dei Paesi emergenti, quali Cina, le altre tigri dell'Asia Orientale e il Brasile, dovrebbero continuare a risentire delle difficoltà dell'Eurozona.
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