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Mercati emergenti: le opportunità non si fermano

7/2/2012

Ad affermarlo è Henry Stipp, gestore obbligazionario mercati emergenti di Threadneedle Investments.


I mercati emergenti stanno attraversando un buon periodo e vi sono significativi afflussi in questa asset class che hanno consentito al mercato di continuare ad ampliarsi e a maturare.

Di seguito l'analisi Henry Stipp, gestore obbligazionario mercati emergenti di Threadneedle Investments, discute delle opportunità legate a questa crescita.

 

1 I rischi globali sono al di fuori dei mercati emergenti

La fonte del rischio di investimento a livello mondiale è cambiata. Negli anni 1980 e 1990, i mercati emergenti sono stati la principale fonte di turbolenza: la politica caotica, gli elevati livelli di debito e i problemi di liquidità hanno portato alla crisi in Messico, Russia, Asia e Argentina, tra i principali. Mentre i mercati emergenti non sono immuni dalle difficoltà – da notare il coinvolgimento del Fondo Monetario Internazionale (FMI) in Ucraina e Ungheria - chiaramente il mondo sviluppato (e in particolare l'Europa) è ora la principale fonte di rischio per gli investitori globali.


2 Le azioni a livello di rating dimostrano i cambiamenti per questo tipo di investimento

Questo punto è illustrato esaminando il rapporto tra upgrades e downgrades da parte delle agenzie di rating, come S & P e Moody’s. Negli ultimi 12 mesi, ci sono stati 11 declassamenti nei mercati sviluppati e nessun upgrade. In America Latina, il rapporto è di otto upgrades verso quattro declassamenti. In Asia, il rapporto è di quattro upgrades verso un downgrade. Anche in Europa orientale, ci sono stati più upgrades (quattro) che downgrade (tre). Le agenzie di rating intravedono chiaramente minori rischi nei mercati emergenti - e l'evidenza sostiene questo in diversi modi.


3 Il rischio di default per i mercati emergenti è basso

Il debito pubblico nei mercati sviluppati è in crescita da cinque anni e continua a crescere poiché le misure di austerità sono messe in ombra dalla debole crescita del PIL. Al contrario, nei mercati emergenti il debito pubblico è basso ed in calo. Il  FMI stima che il debito pubblico dei mercati avanzati è pari a circa il 100% del PIL ed è in aumento. L’equivalente per i mercati emergenti è di circa il 40% ed è in calo. Inoltre, il rischio di default dei mercati emergenti è diminuito perché un numero crescente di debito è stato emesso in valuta locale. Gli investitori continuano a destinare risorse alle obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti, ma questi asset costituiscono solo il 10% del mercato obbligazionario globale. Il debito estero è una percentuale ancora inferiore a solo il 2%.


3 Il rischio di deflusso del capital è basso

Con la debolezza nei mercati sviluppati, molto denaro è defluito in attività dei mercati emergenti. Ma il rischio che questo denaro defluisca di nuovo quando i mercati sviluppati recupereranno è inferiore a quello che sarebbe stato nei cicli precedenti. Le riserve delle banche centrali sono quasi raddoppiate dal 2005, mentre gli investimenti in portafogli esteri sono una percentuale molto più bassa di quelle riserve rispetto a cinque anni fa. Un'altra caratteristica degli ultimi dieci anni è che le Banche Centrali dei mercati emergenti hanno diversificato le loro attività lontano dal dollaro USA.


4 L’afflusso di investimenti diretti esteri porta stabilità
Nel frattempo, i flussi di investimenti diretti esteri (IDE) sono stati positivi in ogni trimestre dal 2005. Anche se l'Europa emergente ha subito deflussi occasionali - in particolare nel 2006 e 2010 - questi sono stati relativamente modesti. E i flussi verso l'Asia sono rimasti positivi. Questa tendenza ha aumentato la qualità delle riserve delle Banche Centrali dei mercati emergenti e le lascia meglio attrezzate per far fronte a una crisi.


5 I mercati emergenti stanno crescendo ad un ritmo più sostenuto

Il fatto che i mercati emergenti stanno crescendo di più rispetto alle loro controparti sviluppate è orami noto. La dimensione di questo differenziale, tuttavia, è netta. Le previsioni del FMI vedono per i mercati emergenti, nel loro complesso, una crescita intorno al 6% per il 2012, con le economie avanzate che si trascinano al 2%. Questa differenza suggerisce che le economie emergenti stanno diventando sempre più in grado di stare da sole e crescere nonostante la debolezza delle economie tradizionali dell'Occidente. Infatti, i flussi commerciali mostrano che il commercio tra i mercati emergenti è aumentato costantemente di anno in anno da meno del 25% nel 2000 a quasi il 40% nel 2011.


6 La correttezza fiscale permette flessibilità monetaria

I politici dei mercati emergenti sembrano aver imparato la lezioni dal passato. In generale, c'è un tema sensibile della politica fiscale con deficit saldamente sotto controllo - meno del 3% del PIL nel 2012 nell'universo dei mercati emergenti. In questo modo le banche centrali possono seguire la politica monetaria seguendo quello che è il suo scopo – cioè domare l’inflazione, quando richiesto, e stimolare la crescita quando necessario. Ciò è evidente dal Messico alla Corea e dal Brasile all'India. Le banche centrali stanno mettendo in atto politiche anticicliche sui tassi di interesse – ed in generale stanno funzionando fintanto che la crescita continua ad essere sensibile alla politica monetaria.


 

"Preferiamo l’America Latina rispetto all'Europa orientale dall'anno scorso, ma siamo ritornati verso l’Europa all'inizio del 2012, quando abbiamo visto un miglioramento del clima dopo l'annuncio della Banca centrale europea dell’operazione di rifinanziamento a lungo termine. Abbiamo invertito nuovamente questa tendenza in aprile quando il tono in Europa è peggiorato. Siamo ora in sovrappeso in America Latina, neutrali in Asia e molto sottopesati in Europa. Nel complesso, il nostro posizionamento è difensivo e pensiamo sia opportuno in considerazione la volatilità della situazione in Europa. Stiamo anche tenendo livelli sani di denaro contante e alcuni titoli del tesoro statunitense per aiutare a gestire la duration" conclude Henry Stipp.

 

 

 

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