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7/2/2012 | Roberto Abate
Il compromesso raggiunto la notte scorsa a Bruxelles, grazie alla mossa di Mario Monti e che ha innescato una ripresa dei mercati periferici questa mattina, ha aperto alcune porte ma presenta ancora forti limiti. Almeno secondo Eric Chaney (nella foto), capo economista di AXA IM, che auspica una rapida conclusione del memorandum d’intesa allegato al sostegno finanziario a favore della Spagna per la ricapitalizzazione del suo settore bancario. "A conti fatti, questo vertice non è stato molto diverso dai precedenti: un piccolo passo, incluse alcune lontane aperture nella giusta direzione, ma la massa critica per ripristinare la fiducia nel futuro dell’euro non è ancora stata toccata" il suo giudizio diffuso in una nota della società.
Nel più lungo termine, infatti, i leader dell’Area Euro hanno concordato sulla necessità di adoperarsi per l’istituzione di un’unione bancaria, in cui la BCE fungerà da o ospiterà l’organo supervisore europeo e l'ESM (il futuro fondo salva Stati) agirà da braccio finanziario in caso di risoluzione, con la facoltà di prestare direttamente alle banche. Molti dettagli sono però ancora tutti da decidere o si presentano poco chiari, secondo Chaney: se l’organo supervisore decidesse di chiudere una certa banca, innescando così il processo di risoluzione, chi lo implementerebbe?
“Logicamente,l'ESM dovrebbe essere investito di maggiori responsabilità – prosegue -, inclusa la gestione della risoluzione. In tale eventualità, anche se in formato ridotto,diventerebbe un autentico Ministero del Tesoro dell’Area Euro”. Ed è esattamente quello che stanno aspettando i mercati per dare l’ok all’euro, secondo il capo economista di AXA IM.
Per contro, nel caso in cui il processo di risoluzione fosse lasciato nelle mani delle autorità locali, l’unione bancaria verrebbe castrata sin dalla nascita. “La mia sensazione – conclude Chaney - è che ci siano ancora molti punti di disaccordo su una questione così spinosa e ciò spiega perché i capi di Stato hanno dato sei mesi (fine 2012) alla BCE, all’EBA e alla Commissione Europea per articolare un progetto di unione bancaria esaustivo”.
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