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6/1/2012 | Roberto Abate
Il declino dei mercati delle scorse due settimane è imputabile in gran parte alle sempre più forti preoccupazioni sulla crisi del debito europeo e crediamo che l’Europa rimanga la variabile chiave nel determinare la direzione dell’economia globale, si legge in un recente outlook di BlackRock. Se la crisi del debito sarà contenuta, prosegue il colosso americano del gestito, il mondo potrà continuare a crescere a ritmi modesti con gli USA che potranno fare relativamente bene; se il contagio invece dovesse rivelarsi caotico e incontrollabile, potrebbe essere tutta un’altra storia. La view di BlackRock, tuttavia, tende a privilegiare il primo scenario, come quello più credibile.
Al momento, i politici in Europa stanno studiando un numero di strategia per combattere la crisi e l’incertezza sulla crescita, inclusi sforzi per influenzare le elezioni in Grecia, rinforzando i firewall nel caso Atene esca dall’euro o promuovendo politiche pro crescita nel caso rimanga nell’Eurozona. Misure addizionali come lo sviluppo di un deposito assicurativo pan europeo o ricapitalizzando direttamente le banche europee non sembrano attuabili a questo punto, ma rimangono opzioni se la situazioni dovesse deteriorarsi ulteriormente. Da sua parte, la Bce è arrivata a un punto molto più lontano di dove era un paio di anni fa quando era focalizzata esclusivamente nel combattere l’inflazione e sembra impegnata a fare ciò che è necessario per aiutare a arginare la crisi.
Considerato la view che rimane parzialmente ottimista su una prossima soluzione alla crisi debitoria dell’Europa e alla convinzione che gli Stati Uniti continuino nella ripresa, l’outlook per gli asset rischiosi continua a rimanere positivo. La combinazione di premi per il rischio azionario crescenti, prezzi in discesa, guadagni in aumento delle società e rendimento del Treasury in ribasso significa che le azioni stanno diventando relativamente convenienti rispetto ai bond. Assumendo che il mondo non si stia dirigendo verso un’aspirale inflazionistica, rimangono alcuni dubbi sul fatto che le azioni siano pronte a fornire migliori rendimenti sul lungo termine rispetto ai titoli obbligazionari, considerando i livelli attuali.
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