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5/23/2012 | Roberto Abate
I timori per una rottura dell’area euro, il rallentamento della Cina, crescita a tassi prossimi allo zero nel mondo sviluppato, il trambusto politico nel Medio Oriente e deludenti prospettive di crescita negli Stati Uniti. Sono questi, secondo un recente sondaggio condotto da Credit Suisse, i temi che preoccupano la maggior parte degli investitori all'interno di un contesto normativo e fiscale sui mercati finanziari ancora in evoluzione.
In particolare, quasi tre investitori su dieci (29%) ritiene probabile un’uscita della Grecia dall’Eurozona entro la fine del 2012, mentre il 42% pensa che l’uscita di Atene possa portare a una rottura definitiva dell’euro. Solo il 59% ha dichiarato di preferire gli investimenti in azioni in un orizzonte di un anno, mentre l’88% punta sull’equity come investimento di lungo periodo, oltre i 10 anni. Il 29% crede che nei prossimi 12 anni l’Europa garantirà i migliori ritorni dagli investimenti su asset rischiosi, e altrettanti invece pensano che per l'equity l’area su cui puntare sia invece quella dei mercati emergenti.
Il 59% crede che gli USA andranno incontro a una recessione entro il 2014 e solo il 6% ritiene probabile un atterraggio duro della Cina nei prossimi 12 mesi. Il 48% prevede che il prezzo del petrolio sia inferiore ai 100 dollari al barile entro la fine del 2012, mentre il 68% si aspetta tra i settori una performance superiore dei tecnologici nei prossimi 12 mesi.
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