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5/29/2012 | Marcella Persola
L'84% degli italiani ha intenzione di rivolgersi a un consulente finanziario. Questo è quanto emerge dalla una nuova indagine paneuropea condotta da Schroders, società di asset management internazionali, che mostra come nel corso del 2012 gli italiani si sono mostrati molto più propensi a rivolgersi a un advisor rispetto agli altri cittadini europei.
L'indagine che fa parte dl progetto European Wealth Index, che studia percezione e comportamenti degli investitori affluent, evidenzia che gli italiani vogliono rivolgersi a un consulente finanziario perché desiderano gestire l'incertezza e garantirsi una crescita del proprio capitale. E non solo. Considerando che la maggior parte degli intervistati si è dichiarato rammaricato delle proprie scelte di investimento, ecco perché diventa fondamentale affidarsi a un esperto.
Per Luca Tenani (nella foto), responsabile distribuzione Italia di Schroders: “Gli Italiani nutrono ancora comprensibili timori sulle condizioni di mercato e sulle prospettive di investimento. In un contesto di mercato particolarmente difficile come quello attuale, è comprensibile che molti investitori nutrano dei
rimpianti, ma è positivo che i risparmiatori, in particolare italiani, credano ancora nell’importanza di attenersi a un piano a lungo termine. Mi sembra incoraggiante che stiano valutando nuove soluzioni per superare l’impasse e tornare alla crescita. Secondo l’indagine, per l’84% degli Italiani la
consulenza finanziaria rappresenta una chiave di volta; attraverso la pianificazione, l’investitore può infatti riprendere il controllo della situazione e riallineare la strategia di asset allocation con i propri obiettivi. In un momento di grandi cambiamenti in tutta la regione, il ricorso a professionisti esperti è
fondamentale per adottare una strategia di investimento vincente”.
Ma quali sono le principali motivazione che hanno indicato gli investitori?
Il 29% ha detto di ricercare l’efficienza fiscale; il 27% la definizione dell’ammontare del capitale da investire; il 22% la revisione periodica dell’asset allocation; 21% la valutazione di nuove asset class in cui investire; il 20% riequilibrio degli obiettivi a breve e lungo termine.
Questo testimonia secondo l'osservatorio di Schroders come gli italiani abbiano cambiato atteggiamento e come conoscano bene qual è la funzione del consulente finanziario (ex-promotore finanziario).
Rispetto alla scorsa edizione dell’indagine, a giugno 2011, erano più preoccupati di fattori generali come un profilo di investimento troppo aggressivo (19%) o troppo prudente (10%), o la decisione di investire
tout court (17%). Mentre quest'anno gli italiani hanno detto di aver rimpianti tra i quali: non aver investito di più (30%); e non essersi rivolti a consulenti esperti (18%).
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