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Consulenti (ex-promotori), occhio al fattore paura

5/22/2012

Prodotti al passo con i mercati e una composizione del portafoglio dal 'taglio umano'. Davide Gatti (Anima SGR) spiega che cosa fa la differenza in un contesto complesso e volatile come quello attuale


 

In questo momento i risparmiatori vivono un certo disorientamento, la crisi dei mercati finanziari - così prolungata - ha continuato a generare grande volatilità. Che ne è dunque dell'identikit del risparmiatore? Ne esiste ancora uno credibile e verificato? Secondo Davide Gatti (nella foto), alla guida della divisione vendite di Anima SGR, "l'identikit da una parte è determinato dai risparmi accumulati nel corso della vita e dall'altra dalla propensione al rischio, che è del tutto personale".

 


Ai risparmiatori si tenta di dare risposte tramite una maggiore vicinanza dei consulenti finanziari. Con i loro prodotti, le loro soluzioni. "Noi di Anima - prosegue Gatti - cerchiamo di accorciare le distanze tra consulenti e risparmiatori attraverso il tool del Progettometro, ma non solo, abbiamo avviato anche una serie di incontri di approfondimento con i gestori per spiegare in dettaglio le situazioni dei mercati finanziari e dei singoli prodotti".

 


Tracciare un profilo unico del risparmiatore, oggi, è complicato. "La risposta che deve dare il sistema a questa paura collettiva è la vicinanza, la comprensione, la chiarezza". Mentre la composizione del portafoglio deve per forza fare i conti con la propensione al rischio, e la percezione del rischio è una cosa del tutto soggettiva. "Ad oggi, se non fosse per i consulenti, non esisterebbe strumenti informatici o automatici in grado di rilevare la propensione al rischio del cliente. Resta importante la conoscenza della persona, e quindi la dimensione umana, per comprendere quello che in effetti sta ricercando un risparmiatore nei propri investimenti. Ultimamente, i titoli di stato, considerati fino a poco tempo fa privi di rischio, di colpo sono diventate attività finanziarie ricche di rischio, un rischio percepito dalla volatilità del mercato stesso".

 


Al di là della dimensione umana, conclude Gatti, è importante anche la gamma di prodotti flessibili che si propone al cliente. "I clienti chiedono prodotti dove i gestori possano navigare i mercati in modo autonomo: l'industria sta rispondendo con prodotti che hanno al proprio interno una gestione del rischio molto forte, chiamiamolo un airbag naturale". 

 


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