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9/29/2012 | andrea.giacobino
L'organismo che controlla l'albo dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) c'è e funziona bene, tanto che ha chiuso il bilancio 2011, il terzo dalla sua costituzione, con un primo significativo utile di 817.985 euro.
Non si capisce quindi perché ci sia bisogno di obbligare i consulenti (ex-promotori) ad iscriversi a un altro organismo, come quello dell'OAM indicato nell'ultimo dlgs 141/10 emanato il 14 settembre scorso dal governo Monti (e contro il quale ADVISOR sta raccogliendo firme), determinando così una duplicazione di costi a carico dei financial advisors sia in termini di quota di iscrizione sia di spese di aggiornamento/formazione.
Ma torniamo all'analisi del bilancio dell'Organismo per la tenuta dell'Albo Consulenti Finanziari (ex-promotori finanziari) (Apf) presieduto da Giovanna Giurgola Trazza e guidato da Giuseppe Capobianco (nella foto) per evidenziare che l'utile del 2011 è, come spiega la relazione sulla gestione, superiore alla “previsione di 742.163 euro effettuata nell'ultimo assestamento” ed è stato destinato quanto a 684.68 euro a copertura di perdite degli esercizi precedenti, riportando a nuovo l'importo residuo e consentendo così di svincolare il finanziamento soci in copertura perdite, pari a 701.111 euro.
L'utile conseguito da Apf è tanto più significativo quanto più i ricavi (rappresentati dalle quote di iscrizione sia all'Albo sia per l'ammissione all'esame) sono lievemente diminuiti anno su anno da 7,1 a 6,8 milioni, compensati però da un significativo calo degli oneri correnti da 7 a 5,9 milioni.
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