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6/16/2020 | Redazione Advisor
Bond di guerra per ripartire e garanzia dello Stato sul capitale di rischio. Questa è in sintesi la proposta lanciata dal presidente della Consob, Paolo Savona, nell'annuale discorso al mercato. Nello specifico spiega che "se gli interventi decisi per fronteggiare la crisi produttiva si concentreranno in prevalenza sulla concessione di garanzie e di incentivi all'indebitamento delle imprese, si avrà un peggioramento della loro leva finanziaria, che renderà ancora più difficile e più lenta la ripresa dell'attività produttiva".
Per questo sarebbe auspicabile “puntare su altro e i bond irredimibili, con un tasso d'interesse esonerato fiscalmente, potrebbero essere il modo di chiedere ai cittadini risparmiatori di partecipare nel loro interesse a impedire che costi e vincoli possano essere imposti al Paese se non si raggiungessero i rapporti di debito pubblico/Pil nella misura concordata a livello europeo".
Per Savona non c’è tempo da perdere visto che "la solidità e resilienza del risparmio italiano è condizione necessaria, ma non sufficiente, affinché affluiscano risorse verso il capitale produttivo, che resta la migliore condizione per un'efficace tutela". Per raggiungere questo obiettivo la politica economica deve prendere "in considerazione la leva finanziaria, nella sua duplice configurazione, per le imprese, del rapporto tra capitale di rischio e indebitamento e, per il settore pubblico, delle forme di indebitamento per coprire lo squilibrio tra entrate e spese correnti".
L’ex ministro sottolinea anche che che con la garanzia statale sull'investimento in capitale di rischio a favore delle PMI "lo Stato spenderebbe certamente meno di quanto non faccia erogando sussidi a fondo perduto, compresi quelli destinati a imprese che non hanno possibilità di sopravvivenza; responsabilizzerebbe inoltre gli imprenditori a ben usare il risparmio ottenuto, limitando l'azzardo morale. Questa soluzione consentirebbe anche di ancorare nuovamente la finanza all'attività reale, in linea con l'obiettivo da perseguire con la nuova architettura istituzionale".
Tornando ai bond pubblici irredimibili, Savona spiega che "le manifestazioni di solidarietà sociale che si sono susseguite nei due mesi di lockdown sollecitano una verifica pratica delle espressioni di valori sociali encomiabili, chiedendo ai cittadini risparmiatori di partecipare nel loro interesse". In quanto se non sottoscrivessero tali titoli "concorrerebbero a determinare decisioni che, ignorando gli effetti di lungo periodo di un maggiore indebitamento pubblico, creerebbero le condizioni per una maggiore imposizione fiscale. Emettere titoli irredimibili sarebbe quindi una scelta dai contenuti democratici più significativi perché, se sottoscritti, limiterebbero i rischi per il futuro del Paese e, di conseguenza, gli oneri sulle generazioni future, quelle gia' in formazione e quelle che verranno".
Inoltre, il numero uno della Consob propone “una nuova architettura istituzionale su funzionamento mercati. C'è sproporzione di risorse tra le diverse Autorità. La situazione è tale da richiedere di definire in tempi stretti una nuova architettura istituzionale per il buon funzionamento dei mercati monetari e finanziari e l'esercizio dei controlli pubblici indispensabili nel nuovo contesto operativo globale".
Nell'assolvere questo compito, ricorda, la Consob è affiancata da Ivass, Covip e dalla Banca d'Italia e “il buon funzionamento dei mercati monetari e finanziari e la loro stabilità sistemica sono due facce di una stessa medaglia che creano aree di azione complementare, in particolare nell'ambito delle banche". Il nodo, però agli occhi di Savona è quello che “nell'esercizio delle loro funzioni, tra le autorità esiste una rilevante sproporzione di risorse finanziarie e di personale a causa della diversa origine e limitatezza delle entrate rispetto ai compiti assegnati e questa diversità si potrebbe accentuare a seguito della crisi, ponendo vincoli alle loro necessità inderogabili di spesa, comprese quelle per accogliere le innovazioni tecnologiche”.
Savona conclude con una proposta per tenere sotto controllo l'inflazione: “L'ideale – spiega - sarebbe di consentire all'insieme delle politiche monetarie e fiscali di cum-petere, concorrere allo stesso fine, ossia integrare o correggere le forze del mercato reale assicurando prezzi stabili per garantire, in condizioni di libertà, la crescita del reddito, dell'occupazione e del benessere sociale”.
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