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Il "Consob-pensiero" nelle citazioni di Savona

6/26/2024 | Francesco D'Arco

Il presidente della Autorità di vigilanza, fin dal suo primo discorso (nel 2019), si è affidato a scrittori, filosofi e politici per trasmettere la sua "dottrina".


Il prof. Paolo Savona, presidente della Consob, fin dal suo primo discorso al mercato (nel mese di giugno 2019), si è affidato a citazioni di filosofi, scrittori, o politici per trasmettere la ‘dottrina’ del suo mandato. L’ultima citazione, quella che ha caratterizzato l’incontro annuale del 25 giugno 2024, è di Søren Kierkegaard, “filosofo dell’immobilismo esistenziale che ammonì: «Per l’uomo arriva un momento in cui non ha più libertà di scelta, non perché ha scelto, ma perché non lo ha fatto e altri hanno scelto per lui»”. Citazione che arriva dopo l’ammonimento dello stesso Savona: “Va preso atto che il mondo si evolve in questa direzione e i comportamenti di tutti – piaccia o non piaccia, vengano frenati o meno – dovranno tenerne conto”. Insomma il presidente della Consob, a chiusura del suo discorso, sembra voler concludere una riflessione iniziata nel giugno del 2019.

Quell’anno Savona si affido alla “caverna di Platone” per dire al mercato che doveva aprire gli occhi e non farsi ingannare dalle “luci fioche della conoscenza” che penetrano nella “caverna” e “proiettano sulle pareti un’immagine distorta della realtà”. Solo così avrebbe avuto fine “quella che è stata autorevolmente definita ‘l’era del risentimento’ in cui viviamo e si recupererebbe ‘l’era delle speranze’ di portare la globalizzazione e le innovazioni tecnologiche al servizio di tutti”. 

Nel giugno 2020 Savona si affidò, invece, al pensiero di Carlo Azeglio Ciampi per chiedersi se “la sempre più stretta integrazione tra i tre comparti della finanza (attività di credito, d’investimenti e assicurativa), sotto il profilo sia dei soggetti e dei prodotti, sia delle strategie d’impresa, non renda necessario riassumere in un Testo Unico tutta la disciplina della intermediazione creditizia, finanziaria e assicurativa. In breve, un Testo che realizzi l’esigenza di una regolazione unitaria delle legislazioni bancaria, finanziaria e assicurativa”.

Due discorsi che hanno, di fatto, preparato il terreno per i successivi messaggi di Savona che, nel giugno 2021, ha chiesto aiuto a Guido Carli e Luigi Einaudi per ricordare la “responsabilità” della Consob (e non solo) di “avanzare soluzioni”, anche se queste soluzioni vengono criticate e considerate folli o, per dirla con le parole dello stesso Savona nel giugno 2022, “metoniane”. Quell’anno, infatti, il presidente dell’Autorità di vigilanza, ha citato la commedia “Gli Uccelli” di Aristofane per difendere le sue “analisi economiche, tecniche innovative e proposte politiche in controtendenza alle norme esistenti e ai modi di pensare prevalenti”.

Un lungo percorso che sembra volersi chiudere proprio in questo giugno 2024 con Kierkegaard che arriva l’anno dopo la citazione di Primo Levi che, come ha ricordato Savona nel discorso del giugno 2023, scrisse: «Non nasconderti dietro l’ipocrisia della scienza neutrale: sei abbastanza dotto da saper valutare se dall’uovo che stai covando sguscerà una colomba o un cobra o una chimera o magari nulla».

Citazioni (quella di Levi e Kierkegaard) che nascondono la grande convinzione che “la storia continua imperterrita a offrirci sorprese e a sollecitare nuovo impegno, per migliorare il funzionamento del mercato finanziario e proteggere il risparmio”, ha affermato il presidente della Consob nella conclusione del suo discorso del 25 giugno scorso. In questo percorso “rappresentano passaggi essenziali l’inversione della tendenza in atto di una crescita della finanza fine a sé stessa e l’incanalamento del risparmio verso il finanziamento dello sviluppo del reddito e dell’occupazione, ottenibili confermando la moneta ufficiale come unico mezzo legale liberatorio dei pagamenti e incorporando nelle gestioni finanziarie le innovazioni messe a punto dalla Scienza dei dati e dalla potenza di calcolo dei computer”. A riguardo, ha continuato Savona, “fungerebbe da viatico una distinzione istituzionale tra la creazione di moneta a livello ufficiale e quella in forma di depositi bancari, riunificando questi ultimi sotto la competenza della vigilanza finanziaria, la cui attività produrrebbe, in posizione di parità, un bene pubblico complementare a quello della vigilanza monetaria”.

Così facendo, “verrebbero anche rispettati e incentivati i piani di investimento dei risparmi, basati sulle necessità del ciclo vitale degli individui e delle loro famiglie, affidando agli intermediari finanziari il compito di gestirli in modo razionale e agli organi della democrazia di decidere un’equa distribuzione delle risorse prodotte. Se ben strutturata e ben spiegata, una tale riforma renderebbe possibile l’attuazione di una politica economica, che alleggerisca le pressioni sui conti dello Stato e riduca il peso dell’imposizione tributaria e del debito pubblico sul PIL” ha concluso Savona che si è detto convinto che “In questa nuova architettura istituzionale, le autorità di vigilanza monetaria e finanziaria vedrebbero rafforzata la rispettiva indipendenza ed efficacia della propria azione e potrebbero passare da un approccio formale, nell’adempimento dei compiti a esse assegnati volti a prevenire e sanzionare gli aspetti patologici del mercato, a un approccio funzionale al miglioramento dei contenuti fisiologici della crescita reale e, con essi, del benessere individuale e sociale”.

Al netto delle riflessioni di ognuno di noi, parafrasando i pensieri che Savona ha trasmesso in questi anni, verrebbe da dire che “sarà il mercato a fornire una risposta” al dubbio di alcuni critici intorno al presidente della Consob: folle, visionario o Metone incompreso?

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