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3/27/2018
Nel suo primo anno di operatività l'Arbitro per le controversie finanziarie (Acf) ha ricevuto 1.839 ricorsi, un numero decisamente superiore alle stime che si attendevano circa 1.000 richieste. A comunicarlo è la Consob in occasione della prima Relazione annuale dell’Acf, il sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie. Nel complesso sono state avanzate richieste per oltre 80 milioni di euro (81,1 milioni) e la media degli importi richiesti di 55.244 euro.
Il boom dei ricorsi si spiega con il picco, registrato nel solo trimestre maggio-luglio dello scorso anno, quando sono pervenuti 692 ricorsi, a seguito del numero significativo di risparmiatori-azionisti di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca che si è rivolto al nuovo strumento nella fase successiva all'avvio della loro procedura di liquidazione coatta amministrativa. A livello territoriale, sono prevalsi i ricorsi provenienti dal Nord (1.076 contro i 424 che fanno capo a soggetti residenti al centro e i 330 di quelli residenti al Sud) e, in particolare, in linea con le vicende delle due banche, dal Veneto, da cui è arrivato il 31% dei ricorsi.
Nel 2017 i ricorsi pervenuti sono stati quasi interamente presentati da persone fisiche (96,5% dei casi) con una massima concentrazione nella fascia di età 45-74. Il 57% dei risparmiatori che si è rivolto all'Acf, inoltre, ha preferito avvalersi dell'assistenza di un procuratore. A fronte dei 1.469 ricorsi ritenuti ammissibili e ricevibili (l'80%), l'importo minimo richiesto è stato di 41 euro, il massimo di 500.000. A fronte di un tempo standard di 180 giorni, la trattazione dei ricorsi nel 2017 si è conclusa in un tempo medio di 195 giorni.
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