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12/14/2012 | Roberto Abate
Sono in tutto 15 gli istituti di credito italiani, più altri quattro che hanno attivi potenziali di poco sotto la soglia di 30 miliardi, che dovranno rispondere direttamente alla Bce e non più a Bankitalia. La stima è di R&S Mediobanca a seguito del via libera alla vigilanza unica bancaria nell'Eurozona.
Una rivoluzione che per ora non riguarda tutte le banche dell'area euro ma solo i 200 istituti più grandi (ossia quelli con attivi totali o superiori a 30 miliardi di euro) e che da quando la vigilanza unica sarà attiva (il primo marzo 2014)avranno tutte lo stesso arbitro e le stesse regole.
Ma cosa cambierà in dettaglio? Anzitutto si spezza il legame debito pubblico - banche: in caso di salvataggio ad intervenire non saranno più i singoli stati membri (come nel caso dell'Irlanda o della Spagna) ma direttamente il fondo europeo salva - Stati Esm. Finiranno poi gli aiuti delle autorità nazionali a favore degli istituti locali, che spesso hanno dato l'impressione di chiudere un'occhio su alcuni problemi e in alcuni casi sono intervenute per evitare il trasferimento di capitali in altri paesi, come nel caso di UniCredit a cui è stato impedito nel 2011 il trasferimento di alcuni miliardi di euro dalla controllata tedesca alla casa madre milanese.
In ultimo, i bilanci saranno uniformati rendendo più trasparente il confronto tra i vari istituti, visto che fino ad oggi ogni autorità nazionale ha imposto regole diverse per la contabilizzazione di alcune voci dei bilanci.
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