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Consulenti (ex-promotori): Consob boccia i test per valutare i clienti

7/30/2012 | Roberto Abate

Non considerano la distinzione tra cliente retail e professional, non verificano le conoscenze di base dei clienti e contengono domande troppo tecniche


La Consob boccia i test di valutazione dei clienti di banche e reti. In un recente studio, la Commissione ha esaminato i questionari che vengono proposti nella fase del contatto diretto con il cliente da parte del gestore della relazione: private banker, consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), ma anche operatori di sportello e addetti commerciali. Stando ai risultati dell’analisi, condotta da Nadia Luciano e Paola Soccorso, quasi tutti i questionari, tranne tre, non prevedono una distinzione tra il cliente retail e quello professional.

Sebbene complessivamente aderenti alle previsioni della MiFID, la maggior parte dei questionari, si legge nel discussion paper della Commissione, "si connota per un disallineamento, che riflette la stessa impostazione della Direttiva, rispetto alle indicazioni della letteratura e per talune caratteristiche linguistico-testuali che ne limitano chiarezza e comprensibilità".

I profili di maggiore criticità riguardano la "rilevazione delle esperienze di investimento, spesso affidata all'auto-valutazione da parte del cliente e poco orientata a verificare la conoscenza di nozioni di base" quali "la relazione fra rendimento atteso e rischio" e il "principio della diversificazione di portafoglio". In particolare, la "misurazione" dell'atteggiamento verso il rischio "quasi sempre si confonde e si sovrappone con l'individuazione dell'orizzonte temporale e della finalità dell'investimento - aggiunge la Consob - in contrasto con le indicazioni della letteratura secondo la quale ciascuna di queste variabili dovrebbe essere rilevata autonomamente poiché influenzata da fattori differenti".

Senza contare che spesso le domande contengono termini tecnici che "possono comprometterne la comprensione": mancano quegli "accorgimenti stilistici e lessicali" che consentono di "evitare risposte condizionate da eventuali limiti cognitivi e comportamentali del cliente".

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