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Banca d'Italia, il manifesto anti-crisi di Ignazio Visco

5/31/2012 | andrea.giacobino

"Per l'Italia il 2012 non potrà che essere di recessione". Così il Governatore della Banca d'Italia apre le sue considerazioni finali che vedono nell'equa divisione dei costi la via per "tirarci fuori dallo stretto passaggio che attraversiamo".


 

"Per l'Italia il 2012 non potrà che essere di recessione", con una caduta del Pil "contenuta dall'1,5%". Ad affermarlo è il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco che, in occasione delle sue prime considerazioni finali, non ha dimenticato la difficile situazione dell'Eurozona. "Servono nell'immediato manifestazioni convergenti della volontà irremovibile di preservare la moneta unica" ha affermato il governatore che, naturalmente, si è concentrato sullo stato di salute delle banche e dello Stato italiano. 
 
A riguardo Visco ha ricordato che negli ultimi 12 mesi "i prestiti delle banche italiane al settore privato sono aumentati dell'1,3%", ma la qualità del credito è peggiorata. Partendo anche da questo presupposto il Governatore della Banca d'Italia ha precisato che "tirarci fuori dallo stretto passaggio che attraversiamo impone costi a tutti. Sono costi sopportabili se ripartiti equamente e con una meta chiara". Per questo Visco, pur lodando il governo per l'azione "rapida e decisiva", volta a "mettere il bilancio pubblico su una dinamica sostenibile e credibile", ricorda che "l'inasprimento" della pressione fiscale "non può che essere temporaneo" perché "si è pagato il prezzo di un innalzamento della pressione fiscale a livelli ormai incompatibili con una crescita sostenuta".
 
E sul futuro? Il Governatore della Banca d'Italia non ha dubbi: "i margini disponibili per ridurre il debito anche con la dismissione di attività in mano pubblica vanno utilizzati" chiarisce, anche perché "le regole da sole non bastano". E su questo fronte, invita a contrastare la "pericolosa tendenza alla razionalizzazione dei sistemi finanziari".
 
Ma Ignazio Visco chiude il suo intervento con un messaggio positivo e, nell'invitare la politica ad assicurare la "prospettiva di un rinnovamento profondo che coltivi la speranza", si è detto ottimista per il futuro: "una ripresa potrà affiorare verso la fine dell'anno".

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