I consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) sono un anello fondamentale nella catena della creazione del valore tra il mondo dei prodotti e i risparmiatori. Eppure questa loro funzione essenziale troppo spesso viene dimenticata o, peggio, travisata.

 

E' il caso della Consob, che pure è l'organismo di vigilanza dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari). Lunedì scorso il presidente dell'authority Giuseppe Vegas ha tenuto a Milano il suo incontro annuale, il primo da quando ha assunto la guida della commissione come uomo di fiducia dell'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Nelle 22 pagine del suo intervento pubblico non c'è stato neanche un accenno ai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari). Ne ha parlato solo per via indiretta e negativamente quando ha stigmatizzato i “comportamenti fraudolenti” di alcuni operatori.

 

Soltanto a pagina 225 della Relazione per l'anno 2011 il presidente Consob ha sottolinea che lo scorso anno sono stati avviati 98 procedimenti amministrativo-sanzionatori nei confronti dei pf rispetto ai 121 del 2010: questa diminuzione avrebbe meritato forse un commento, ma anche in questo caso silenzio. Oltre al silenzio, Vegas ha parlato pure a sproposito quando ha denunciato la “complessità”, la “rischiosità” e la “opacità” degli Etf. Il presidente della Consob s'è ben guardato dal distinguere fra gli Etf “buoni” e quelli “sintetici” e ha fatto d'ogni erba un fascio, demonizzando indiscriminatamente una categoria di prodotti che ha il grande merito di offrire al consulente finanziario (ex-promotore finanziario) uno strumento efficiente. Insomma: per Consob i consulenti (ex-promotori) o truffano o collocano prodotti sbagliati. Ma chi sbaglia su tutta la linea è proprio Vegas.