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Consulenti (ex-promotori) sveglia, sono tornati i compratori

10/18/2012 | Massimo Morici

Non solo in Italia con i Btp andati a ruba: la fame di rendimento ha spinto gli investitori verso tutto il mondo obbligazionario ad alto rischio. Sul tavolo c'è rimasto poco. Alessandro Fugnoli (Kairos Partners) svela quali sono i tesori ancora poco valorizzati


BlackRock parla di una tremenda voglia di rendimento da parte di tutti gli investitori. Ed Yardeni dei FIBRS, i Fully Invested Bears, quelli che hanno portafogli al 100% difensivi e che escono ora dal letargo, come gli orsi veri in primavera, con una fame insaziabile. Alessandro Fugnoli, senior strategist di Kairos Partners, rifacendosi all’opera di Buzzati, parla  invece dei Tartari.

“Molti investitori, dopo la crisi del 2008, hanno atteso con trepidazione il ritorno dei compratori. In Europa – spiega sulla sua consueta newsletter settimanale - si è pensato più volte di averli individuati all’orizzonte, ma si trattava solo di incursioni temporanee. La delusione ha indotto a poco a poco molti investitori a costruire un sistema fortificato fatto di depositi vincolati, titoli di stato tedeschi, dollari di ogni tipo. In questa Fortezza Bastiani tutti hanno pensato di essere in grado, al momento giusto, di riconoscere i Tartari compratori. Non per combatterli, non per vendere loro Btp e Bonos (già venduti da tempo), ma per anticiparli e ricomprare prima di loro”.

La prima ondata, in questi giorni e sotto gli occhi di tutti, ha travolto non solo l'Italia, con i Btp andati a ruba (in totale gli ordini dei Btp Italia, indicizzati all’inflazione, hanno raggiunto i 16,5 miliardi di euro), ma anche tutto il mondo obbligazionario ad alto rendimento. Fugnoli cita, per esempio, Ucraina, Bielorussia, Romania e Pakistan.

Dunque cosa fare per non farsi cogliere impreparati dal prossimo attacco? “Molto è stato spazzato via, ma molto è ancora sul tavolo. Con un po’ di pazienza, neanche molta, si possono scoprire tesori ancora poco valorizzati” conclude Fugnoli. “Ci si può chiedere, a questo punto, se sia meglio cercare rendimento allungandosi nelle scadenze o se non sia invece meglio scendere in profondità nelle discariche della bassa qualità. Siamo in uno di quei rari momenti in cui si massimizza il ritorno combinando le due strategie, comprando cioè titoli scadenti di lunga durata. Non durerà in eterno, meglio approfittarne adesso”.

 

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