Stress test per consulenti finanziari (ex-promotori finanziari)
9/8/2011 | andrea.giacobino
La tempesta dei mercati chiama i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) a superare la prova di resistenza, ad affrontare serenamente anche il loro “stress test”. Certamente non sarebbe male se...
La tempesta che si è scatenata sui mercati finanziari in piena estate non trova ancora riscontro nei numeri che provengono dal mondo delle reti dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari). Nello scorso giugno, infatti, la raccolta netta è stata positiva per 677 milioni di euro e la flessione rispetto al dato del mese precedente (808 milioni) è da ricondurre esclusivamente alla componente del risparmio amministrato, per la quale si è avuta una raccolta netta ancora positiva a 149 milioni, ma significativamente inferiore dai 445 milioni dello scorso maggio.
Al contrario, i nuovi investimenti netti destinati al risparmio gestito pari a 528 milioni, hanno segnato un incremento del 45,2% sui risultati del mese precedente, incidendo per ben il 77,9% sulla raccolta netta totale di giugno.
La raccolta netta realizzata attraverso la distribuzione diretta di quote di fondi è stata complessivamente positiva per 637 milioni. L’ultimo mese del primo semestre di quest’anno conferma la tendenza che vede una maggiore concentrazione degli investimenti sui prodotti esteri (390 milioni) e sui fondi di fondi (380 milioni) mentre i fondi italiani continuano a registrare gran parte di riscatti e quindi a segnare valori negativi di raccolta (-106 milioni).
Positivo, invece, il bilancio dei prodotti assicurativi e previdenziali (86 milioni), ma in calo rispetto al mese precedente a causa dei deflussi dalle polizze index linked (-205 milioni). È per contro positiva e sostanzialmente stabile l’affluenza di nuove risorse nette investite in unit linked (175 milioni) e in polizze vita tradizionali (72 milioni) mentre rimane ancora in territorio negativo il saldo delle movimentazioni sulle gestioni patrimoniali individuali (-196 milioni).
Il contributo complessivo delle reti dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) al sistema dei fondi comuni, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, si è quindi attestato nello scorso giugno su un ammontare pari a 648,5 milioni, valore che si confronta con un deflusso totale di risorse riscontrato dal sistema dell’industria dell’asset management per quasi 3 miliardi. Da inizio anno, così, l’apporto delle reti all’industria dei fondi è stato positivo per 3,49 miliardi, rispetto a un bilancio sempre più in rosso per gli altri canali distributivi (sportelli bancari e postali, -13,5 miliardi) e rispetto agli oltre 10 miliardi di raccolta bruciata dal sistema del risparmio gestito.
La raccolta in titoli è stata positiva per 390 milioni, per effetto degli investimenti in titoli azionari e in strumenti del mercato monetario; ma note positive giungono anche dalla raccolta di risparmio sotto forma di liquidità (120 milioni). Il valore complessivo dell’operatività delle reti nello scorso giugno si è ripartito tra una raccolta lorda di 5,6 miliardi per il risparmio gestito, un intermediato di 5,9 miliardi per le transazioni in titoli e di 179 milioni per gli altri prodotti e servizi.
A vedere i dati aggregati del primo semestre del sistema delle reti si ha la conferma di quanto i consulenti (ex-promotori) “pesino” nella scelta dei nuovi investimenti delle famiglie italiane: 35,29 miliardi di raccolta lorda del risparmio gestito, 41,87 miliardi di intermediazione lorda di risparmio amministrato e 933 milioni di intermediazione lorda attraverso altre attività. Sono numeri importanti, che mentre confermano la centralità del “canale consulente (ex-promotore)”, dall’altra lo chiamano a nuove, più pressanti assunzioni di responsabilità.
La tempesta dei mercati chiama i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), forti di questi risultati, a superare la prova di resistenza, ad affrontare serenamente anche il loro “stress test”. Certamente non sarebbe male se anche i clienti facessero la loro parte perché col saliscendi dei listini diventa forte la tentazione di prendere decisioni di portafoglio tanto affrettate quanto sbagliate. In questo senso è importante e urgente che qualcuno, tra le forze di governo e/o dell’opposizione, riprenda in mano fino a dare attuazione al primo disegno di legge in materia di “educazione finanziaria” che portava la firma della senatrice Maria Ida Germontani. Di quel disegno di legge si è persa, purtroppo, traccia e giace arenato fra le secche del Parlamento. Forse è un passo che riusciamo a fare senza che ce lo ordini la Bce.
Articolo tratto dal numero di settembre di ADVISOR
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