Tempo di lettura: 3min
6/5/2017 | Francesco D'Arco
Il primo semestre 2017 è ormai giunto al termine e se, finora, la cronaca finanziaria si è esclusivamente concentrata sui rischi politici e sui loro pesanti e spesso imprevedibili effetti sui mercati, nei mesi a venire sarà fondamentale non perdere di vista l’agenda normativa nazionale e, soprattutto, europea che porterà a un cambio importante delle regole del gioco nel 2018. In particolare nel mondo del risparmio gestito e della consulenza finanziaria.
Calendario alla mano, dal prossimo anno, saranno efficaci nuove normative europee che andranno a disciplinare o ridisciplinare i prospetti, le informazioni non finanziarie, i diritti agli azionisti, l’offerta di prodotti finanziari pre-assemblati emessi da banche e assicurazioni, la prestazione dei servizi di investimento e la politica di remunerazione di diverse categorie professionali. Saranno soprattutto questi ultimi tre punti a catturare l’attenzione degli operatori del settore della consulenza finanziaria che dovranno, con molta probabilità, rivedere i propri modelli di business per adeguarsi alle nuove regole tutelando la clientela, limitando il più possibile la riduzione dei margini, evitando “l’effetto-panico” tra i professionisti della consulenza finanziaria.
Quest’ultimo elemento è strettamente connesso al delicato tema della remunerazione dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede. Una remunerazione che per effetto di una serie di nuove norme legate alla Mifid II, alla Ucits V e non solo, potrebbe subire delle modifiche significative. Anche perché, a detta della Banca d’Italia e della Consob, se è vero che il Regolamento Congiunto approvato dalle due autorità di vigilanza in tema di remunerazione e incentivazione del settore del risparmio gestito non “prevede una disciplina puntuale dei consulenti finanziari (e delle altre figure a essi assimilabili). Pur tuttavia, si precisa che i criteri forniti nelle disposizioni applicabili a banche e SIM rappresentano un utile parametro per dare in concreto applicazione ai principi generali del Regolamento”. In altre parole, come affermato nel documento “Disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione per il settore del risparmio gestito”, pubblicato da Consob e Banca d’Italia, i consulenti finanziari “rientrano nella nozione di ‘personale’ e devono, pertanto, essere inclusi nel processo di identificazione del personale più rilevante”.
Non solo. Le due autorità hanno anche precisato, nel commentare il Regolamento, che “i gestori devono assicurare, tra l’altro, che i sistemi di incentivazione delle reti interne ed esterne non si basino solo su obiettivi commerciali, ma siano ispirati a criteri di correttezza nelle relazioni con la clientela, contenimento dei rischi, rispetto delle disposizioni applicabili”. Anche per questo motivo “le componenti fissa e variabile della remunerazione devono essere rigorosamente distinte tra loro per consentire la corretta applicazione delle norme” e, soprattutto, “particolari cautele devono essere prestate nella definizione delle politiche di remunerazione di soggetti non legati alla banca da un contratto di lavoro dipendente, al fine di non incorrere in possibili elusioni della normativa”. Un riferimento esplicito al mondo dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie