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9/4/2024 | Daniele Barzaghi
L'Italia è riuscita a “conservare e consolidare negli anni il proprio mercato istituzionale, resistendo a scenari avversi e raggiungendo ormai una dimensione rilevante, anche nel confronto internazionale”.
Lo segnala l’undicesimo report sugli investitori istituzionali italiani del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, presentato questa mattina in Borsa Italiana dalla squadra presieduta dal professor Alberto Brambilla (in foto sopra).
L'analisi “Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori" (in questo caso "per l’anno 2023”) è ormai un appuntamento imprescindibile di inizio autunno per l'industria del risparmio gestito: in particolare per i responsabili italiani delle case di gestione di dimensioni medio-piccole (ma non mancano i country head dei grandi asset manager) prive di una adeguata distribuzione retail e focalizzate sulla clientela istituzionale.
Investitori istituzionali che la ricerca censisce efficacemente, analizzando i risultati di tutti i fondi pensione negoziali (33 al 2023) e i principali tra quelli interni aziendali e preesistenti (37 soggetti che rappresentano più del 97% degli iscritti totali e il 93% del patrimonio complessivo), tutte le casse di previdenza di categoria e le maggiori fondazioni di origine bancaria (le prime 32 su 86, rappresentanti l’88% del totale attivo): quello che tecnicamente si chiama il “welfare contrattuale e fondazionale” italiano, che a inizio anno ammontava a 295,97 miliardi di euro (278,75 nel 2022, unico anno di calo patrimoniale, ndr).
Sommando a questo il patrimonio del welfare privato (fondi pensione aperti, PIP e assicurazioni di ramo 1°, 4° e 5°), pari a 697,40 miliardi, il patrimonio complessivo in analisi è pertanto di 993 miliardi di euro (224 miliardi per la sola previdenza complementare), con una chiara previsione di superamento della soglia psicologica dei 1.000 miliardi nell'anno corrente.
Un valore pari a circa il 48% del PIL nazionale (contro il 25% del 2007).
Tra i principali trend che emergono dal report e di grande importanza per gli operatori di mercato, si consolida l’affidamento degli investimenti diretti e indiretti degli investitori istituzionali al mercato e alle fabbriche prodotto.
Itinerari previdenziali evidenzia cioè la sempre maggiore esternalizzazione della gestione dei patrimoni anche attraverso nuove soluzioni quali piattaforme o veicoli personalizzati oppure tramite acquisti diretti di quote di strumenti del risparmio gestito (OICR, FIA, SICAV, ETF...), gestioni assicurative e mandati di gestione.
La quota in affidamento diretto o indiretto - e per questo si capisce l'interesse da parte dei responsabili italiani delle case di gestione- riguarda ora il 78% del patrimonio totale analizzato. Ed è un comparto vitale, con quote crescenti di capitale da investire.
(Qui i rendimenti degli investitori istituzionali italiani, tornati positivi nel 2023)
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