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8/28/2024 | Daniele Riosa
“Con gli investimenti in Venture Capital (VC) che iniziano a crescere lentamente e costantemente in termini di capitali investiti e valutazioni, l'attenzione degli investitori su questo settore potrebbe riaccendersi ulteriormente non appena la Federal Reserve statunitense effettuerà il suo primo taglio dei tassi d'interesse, atteso per la fine dell'estate”. Paco Navas, managing director of Venture Capital di Arcano Partners, spiega che “con tassi più bassi all'orizzonte, l'effetto atteso sui mercati privati è duplice”.
In primo luogo, “l'aumento della liquidità in circolazione rafforza i mercati dei capitali favorendo gli exit dalle società sostenute dal VC, che sono state scarse per gran parte degli ultimi 24 mesi. Questo, a sua volta, influisce sull’appetito per il rischio degli investitori e può portare a un'accelerazione dell'attività di VC. In secondo luogo, e di conseguenza, molte delle società di VC più ricercate, che negli ultimi due anni sono state poco propense a fare nuovi round di raccolta, temendo valutazioni più basse e una significativa diluizione degli investitori, saranno maggiormente incentivate a tornare sul mercato, in un contesto di raccolta fondi più favorevole, offrendo agli investitori l'opportunità di investire e trarre profitto da queste aziende in futuro”.
Per l’esperto “diversi elementi, tra cui le valutazioni delle aziende, le previsioni degli analisti e il rally dei mercati pubblici, anche escludendo l'effetto dei “Magnifici 7”, suggeriscono che il rallentamento degli investimenti in start-up, osservato in particolare nel 2023, appartiene al passato. Gli indicatori anticipatori puntano nella direzione di un'ulteriore accelerazione dell'attività, con segnali di crescita delle valutazioni. Il capitale potenzialmente disponibile per gli investimenti in VC – il cosiddetto dry powder - ha raggiunto i 700 miliardi di dollari, parte dei quali è stato raccolto da molti fondi e gestori prima dell'inizio della stretta monetaria nel 2022 e deve ancora essere investita, fornendo al settore molte munizioni per ciò che deve ancora venire”.
Inoltre, “quando si approcciano i mercati privati, è fondamentale capire cosa stia accadendo sui mercati pubblici - attualmente al loro picco - perché i mercati privati storicamente seguono le stesse tendenze, ma con un ritardo dovuto ai diversi profili di liquidità delle asset class. Ad esempio, esiste una correlazione comprovata tra la performance del Nasdaq - che nel 2023 è salito in modo significativo, riuscendo ad assorbire tutte le precedenti correzioni - e i mercati privati. In termini di performance, se si estende l'orizzonte temporale a dieci o 25 anni, il venture capital è l'asset class che ha generato i migliori rendimenti rispetto a qualsiasi altra asset class (private equity, infrastrutture o qualsiasi indice azionario). Questo risultato include gli ultimi due anni di correzioni nel venture capital. Quindi, ancora una volta, un impatto significativo. Su un orizzonte di cinque anni, solo il Nasdaq, l'indice di riferimento per le aziende tecnologiche, ha sovraperformato il venture capital”.
In più, “in termini di capitale investito, se guardiamo ai diversi cicli, ci troviamo attualmente di fronte a una situazione simile a quella degli anni successivi alla bolla delle dot-com o alla crisi finanziaria globale del 2007 e 2008: abbiamo assistito a un calo degli investimenti in venture capital nell'arco di nove trimestri, lo stesso periodo dei primi anni 2000 e del 2007/2008 prima dell'inizio della ripresa del mercato. Nell'era post-Covid, con i tassi di interesse a zero, le valutazioni delle operazioni late-stage erano ai massimi: gli investitori in cerca di alfa erano entrati nel venture capital concentrandosi su questo segmento, che poi ha subito correzioni fino al 70-80%. Le operazioni early-stage, invece, hanno mostrato una maggiore resilienza, con correzioni più contenute (tra il 20-30%), mentre stiamo già assistendo a rialzi nel primo e secondo trimestre del 2024: puntare sulle early-stage offre una migliore protezione dalla volatilità, anche rispetto ai mercati pubblici”.
Il manager rimarca il ruolo dell'intelligenza artificiale nel venture capital: “L’AI gioca un ruolo chiave in questo settore, anche se in un mercato già sovraffollato e con elevate aspettative di profitto. La stessa Nvidia, che ha superato i 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato e si colloca tra le prime 3 maggiori società quotate al mondo, ha attualmente una valutazione che, secondo molti, non è giustificata. Dando per scontata l'importanza delle grandi aziende tecnologiche, è bene ricordare che le aziende di intelligenza artificiale nei mercati privati sono ancora molto giovani, con circa l'80% che non ha raccolto capitali o è nelle fasi iniziali. Dal punto di vista geografico, il mercato è concentrato negli Stati Uniti, dove gli investimenti in questa tecnologia sono più che raddoppiati rispetto al resto del mondo. Tuttavia, il contesto in Europa - in particolare in Francia - appare molto incoraggiante, grazie alla presenza di talenti specializzati, a una rinnovata capacità di attrarre capitali e a valutazioni più convenienti che possono potenzialmente portare a una maggiore redditività”.
“Al di là dell'aspetto puramente tecnologico dell'IA, ciò che colpisce è l'impatto di questa tecnologia sui livelli di produttività e su settori come la sanità (diagnostica), i consumatori (chatbot, servizio clienti) e l'istruzione (ed-tech)”, conclude Navas.
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