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I migliori Paesi dove vivere per godersi la pensione

8/21/2024 | Marcella Persola

Benefici fiscali, ma anche costi di vita, stabilità, sanità, infrastrutture, sicurezza e non ultimo il clima sono i criteri per stilare la classifica dell’Annual Global Retirement Index


Secondo l’ultima ricerca di JLL - società attiva nella gestione degli investimenti per il settore immobiliare – nel 2023 gli investimenti capital markets nel comparto dell’assistenza hanno raggiunto in Europa circa 9,8 miliardi di euro, con una riduzione (-28%) più contenuta rispetto ad altri settori. 

In Italia il settore ha totalizzato 150 milioni di euro di investimenti; seppure con volumi in decremento rispetto ai risultati del 2022. 

Per questo, secondo Francesca Fantuzzi, head of research di JLL Italia, per il settore dell’healthcare si delineano importanti prospettive di crescita, favorite dal gap tra elevata domanda e offerta non ancora adeguata e anche dai trend secolari, come l’invecchiamento della popolazione.  

Per i senior in buona salute invece le prospettive all’orizzonte possono anche essere quelle di andare a vivere in Paesi più “favorevoli”. L’idea di andare in pensione all’estero sta diventando sempre più popolare, tanto che sono nati degli studi dedicati a capire quali siano i luoghi più adatti.

L’Annual Global Retirement Index stila una classifica dei migliori Paesi dove passare il pensionamento, facendo riferimento a sette criteri specifici. Quindi, a differenza di altre analisi, non stila la classifica solo dei “paradisi fiscali per pensionati”

Oltre ai benefici tributari l’indice considera anche costo della vita, qualità e accessibilità della sanità, infrastrutture e servizi, stabilità finanziaria ed economica, sicurezza e, non ultimo, il clima; è infatti oggettivo e condiviso che le destinazioni che offrono un clima piacevole tutto l’anno siano tra le più gettonate. 

Sulla base di ciò quali sono i Paesi da prendere in considerazione?

Al primo posto in classifica troviamo la cosiddetta “Svizzera dell’America Centrale”, il Costa Rica, che con un  clima da eterna primavera, spiagge tropicali e natura incontaminata fa sognare molti. In aggiunta ciò che lo rende meta ambita è anche la stabilità del Paese (che ha abolito l’esercito nel 1948), ma anche un sistema sanitario pubblico e privato molto efficiente. Inoltre è nazione riconosciuta per il suo impegno ambientale: un quarto del territorio è coperto da parchi naturali e il 98% dell’energia è rinnovabile.

Ma nel caso non si voglia andare così lontano da casa ci sono anche dei Paesi europei che possono essere considerati interessanti. 
Non parliamo del Portogallo che è abbastanza noto a tutti come una delle mete privilegiate dai pensionati europei, ma soprattutto da quelli americani, anche se ora sta in parte ridimensionando i flussi. 

In ascesa troviamo invece la Grecia, che si posiziona al settimo posto in classifica; oltre ad essere la meta per antonomasia delle vacanze, sta acquistando sempre più credibilità anche come rifugio per pensionati. 

La Spagna ha invece costantemente mantenuto la propria posizione tra le migliori destinazioni per anziani, offrendo una miscela unica tra esperienze culturali, climi favorevoli e qualità della vita. 

Per non parlare della Francia. Sono cresciuti negli anni il numero totale di permessi di soggiorno transalpini rilasciati ai cittadini americani. Il dato è aumentato del 26% dal 2021 al 2022. Poiché i costi abitativi sono in media inferiori del 34% rispetto a quelli degli Stati Uniti – e le tasse sulla proprietà sono un decimo rispetto a quelle USA – molti pensionati stanno cercando di investire i guadagni derivanti dalla vendita delle abitazioni oltreoceano per trovare in Europa uno stile di vita più completo e arricchente.

 Nel 2023 anche Natixis Investment Managers, in uno studio dedicato ai pensionati, aveva stilato una classifica dei Paesi per loro più convenienti. La graduatoria si era basata su quattro categorie principali (sanità, qualità della vita, benessere materiale e finanze pensionistiche)

La Norvegia era risultata al vertice della classifica come il miglior Paese per ex lavoratori, aiutata dai punteggi più alti in termini di sanità e benessere materiale.
Il Paese scandinavo peraltro, è bene ricordarlo, era stata uno dei pochi a registrare un miglioramento dell’aspettativa di vita durante la pandemia: è pari attualmente a 83,3 anni, uno dei tassi più alti al mondo. 

A differenza invece di altre nazioni presenti comunque nell’indice (Canada, Austria, Stati Uniti) che hanno visto recentemente diminuire l’aspettativa di vita a causa del tasso di mortalità più elevato verificatosi proprio durante gli anni di massima incidenza del Covid. Per quanto riguarda il benessere, invece, il basso tasso di disoccupazione della Norvegia (3,8%) riduce la pressione fiscale. 

Oslo mantiene un simile primato dal 2013, così come la Svizzera, classificatasi in seconda posizione, mantiene ugualmente da un decennio la medaglia d’argento. 

L’Islanda, buona terza, ha invece compiuto una storica scalata: nel 2013 si posizionava al 14° posto. 

Altri Paesi più celebrati hanno invece, inesorabilmente, perso posizioni, è il caso della Francia scesa in dieci anni dal 15° al 23° posto. 

E l’Italia? Ahimé non figura in Top 25. 

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