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PIR, ulteriore calo della raccolta nel 3° trimestre del 2022

2/20/2023 | Redazione Advisor

Il team di ricerca di Intermonte ha una “visione più ottimista sul 2023 perché le performance di mercato sono state particolarmente buone all'inizio dell'anno e questo potrebbe spingere gli investitori retail a riprendere gli investimenti azionari in prodotti di questo tipo”


Nella sua revisione trimestrale del 29 novembre 2022, Assogestioni ha pubblicato i dati aggiornati sulla raccolta PIR del 3Q22. Il team di ricerca di Intermonte ricorda che “nel corso del trimestre, i PIR ordinari hanno registrato deflussi per 330,3 milioni di euro, mentre i PIR alternativi hanno registrato afflussi per 14,5 milioni di euro. In termini di AuM, i PIR ordinari hanno gestito 16,5 miliardi di euro, mentre 1,4 miliardi di euro sono stati investiti in fondi PIR alternativi”.

“Per quanto riguarda i PIR ordinari - rilevano gli analisti - la raccolta netta trimestrale è ulteriormente peggiorata su base sequenziale rispetto al 2° trimestre del 2022 e al 1° trimestre del 2022, quando il dato era stato rispettivamente di 96 milioni e 160 milioni di euro. Il saldo totale YtD si attesta quindi a 366 milioni di euro, mentre gli AuM si sono attestati a 16,5 miliardi di euro, in calo rispetto ai 17,5 miliardi di euro di fine giugno, a causa sia dei deflussi che dell’andamento del mercato. Secondo l'Osservatorio PIR, i deflussi sono proseguiti in ottobre con -92,1 milioni di euro, in novembre con -102 milioni di euro e in dicembre con -92,3 milioni di euro, che corrispondono a 286,4 milioni di euro di deflussi nel quarto trimestre del 2022”.

Per quanto riguarda i PIR alternativi, “la raccolta nel 3Q22 è stata di 14,5 milioni di euro, in calo rispetto al 2Q22 (153 milioni di euro) e al 1Q22 (83 milioni di euro), con il dato YtD a 251mln di euro e AuM stabili a 1,44 mld di euro (stesso dato di fine giugno)".

Queste le stime degli esperti di Intermonte per i PIR ordinari: “In attesa dei dati ufficiali di Assogestioni sul quarto trimestre ‘22, adeguiamo il nostro dato sul 2022 per tenere conto dei deflussi trimestrali, come riportato dall'Osservatorio PIR de Il Sole 24 Ore. Notiamo che la visibilità sulle stime future rimane bassa, ma confermiamo la nostra visione più ottimista sul 2023 rispetto al 2022 per due motivi principali: 1) le performance di mercato sono state particolarmente buone all'inizio dell'anno e questo potrebbe spingere gli investitori retail a riprendere gli investimenti azionari in prodotti come i PIR; 2) gran parte dei deflussi nel 2022 potrebbero essere stati causati dalla scadenza del periodo di 5 anni a partire dal 2017, un anno caratterizzato da un boom di afflussi e da buone performance di mercato delle small/mid cap, il che significa che molti investitori entrati nei prodotti PIR nel 2017 potrebbero aver scelto di trarre profitto nel 2022 alla scadenza della finestra per i benefici fiscali”.

Nel lungo termine, “le nostre ipotesi si basano sull'aspettativa che l'interesse per questo prodotto rimanga piuttosto alto grazie al beneficio fiscale e, dal punto di vista del distributore, al fatto di poter contare su un impegno a lungo termine da parte dell'investitore".

Le principali ipotesi alla base delle attuali stime del team di Intermonte sono le seguenti: “Per il 2022, stiamo adeguando gli afflussi ai dati dell'Osservatorio PIR, pari a 637 milioni di euro; per il 2023, ipotizziamo una raccolta lorda da nuovi sottoscrittori PIR pari a 500 milioni di euro. Per quanti sottoscrivono Pir in modo continuativo, prevediamo che la raccolta complessiva nel secondo anno sarà pari a una parte della somma accantonata nel primo anno (dal 35% al 40% nel nostro modello). Nei restanti anni (cioè dal terzo al quinto anno) prevediamo una raccolta stabile, pari in media al 50% degli investimenti effettuati nel secondo anno”.

“Infine - concludono gli economisti - calcoliamo che l'ammontare del capitale che verrà ritirato dagli investitori che decideranno di uscire dal fondo prima del termine dei cinque anni (per qualsiasi motivo) sarà pari al ~3,5% degli Assets under Management nel 2023 e oltre”.

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