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9/4/2020 | Daniele Riosa
Luigi de Bellis, co-responsabile dell'Ufficio Studi di Equita commenta l’andamento dei Piani Individuali di Risparmio nell’ultimo anno. “Secondo i dati ufficiali di Assogestioni nel secondo quadrimestre 2020 – evidenzia de Bellis - i fondi PIR tradizionali hanno registrato una raccolta netta positiva pari a +58.7 milioni, rispetto ai – 234 milioni del primo quadrimestre dell’anno e ai -380 milioni registrata nel quarto del 2019. La raccolta netta totale nel 1H20 è stata pari a -175.5 milioni e -200 milioni includendo luglio (il Sole 24 ore di sabato parlava di raccolta netta negativa per -24milioni nel mese di luglio)”.
Gli AUM totali “promossi dai 72 fondi PIR (69 a fine 4Q19) sono pari a 16.8bn, in aumento rispetto ai 15.1bn di fine 1Q20 beneficiando del recupero dei mercati. In termini di AUM il leader dei PIR rimane Banca Mediolanum con una market share del 25%, davanti al gruppo Intesa SanPaolo (21%), Amundi (18%), Arca (12%) e Anima (10%). In termini di singole categorie, si è ridotto l’incidenza sul totale AUM dei prodotti azionari al 25% (dal 24% del 1Q20), mentre si riducono leggermente i bilanciati al 46% (dal 48%), con i fondi flessibili che restano al 27%”.
“Sui dati della raccolta dei PIR – sottolinea l’analista - pesa ancora un approccio ancora molto conservativo nelle scelte di investimento da parte della clientela retail a causa dell`incertezza causata dal Covid-19. Per capire l’andamento dei prodotti bisognerà aspettare i mesi autunnali. Ci aspettiamo che nella seconda parte dell’anno le reti torneranno a intensificare nuovamente gli sforzi commerciali sul prodotto, dato che il nuovo impianto dei PIR (3.0), in vigore da gennaio 2020, è valido per il rilancio dei prodotti. Ci aspettiamo quindi un ritorno a una raccolta netta positiva per i PIR tradizionali, seppur limitata dato il contesto di mercato ancora molto incerto”.
“Sui PIR alternativi i prodotti sono in fase di lancio, quindi non ci aspettiamo flussi significativi nel 2020 ma un impatto più marcato dal 2021 in avanti. Per i PIR alternativi stimiamo una raccolta netta di 2-3 miliardi all’anno fino a raggiungere AUM di 10-15 miliardi in 5 anni”, conclude de Bellis.
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