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Invest AIFI, la piattaforma per dialogare con gli investitori istituzionali

6/5/2020 | Daniele Riosa

Anna Gervasoni: “L’idea è quella di raccogliere le domande delle associazioni di categoria per parlare con un’unica voce al governo”


AIFI lancia Invest AIFI, la piattaforma per mettere maggiormente in contatto gli investitori istituzionali con l’associazione. Ne hanno parlato nel corso dell’evento online, “Capitali previdenti, l’alternativa del Private Capital”, Innocenzo Cipolletta presidente di AIFI, Anna Gervasoni, direttore generale di AIFI, Nunzio Luciano, presidente di Cassa ForenseGiovanni Maggi presidente di Assofondipensione e del comitato welfare di Confindustria e Alberto Oliveti presidente di Adepp.

Innocenzo Cipolletta ha spiegato che la piattaforma “Serve per mettere in contatto gli investitori istituzionali con il nostro mondo, visto che, è da loro che devono arrivare i capitali per la raccolta dei fondi. Solo così si può avere abbastanza liquidità per permettere al private capital di investire nella economia reale”.

Anna Gervasoni ha sottolineato che “Invest AIFI è una piattaforma a cui aderiscono i principali investitori istituzionali. E’ uno strumento volto a migliorare il rapporto tra domanda e offerta. L’idea è soprattutto quella di raccogliere le domande delle associazioni di categoria per parlare con un’unica voce al governo. Siamo ancora troppo piccoli e proprio per questo abbiamo invitato gli investitori istituzionali”.

A livello generale, per facilitare l’avvicinamento verso le asset class di private capital, AIFI suggerisce: l’allentamento, a livello comunitario, dei requisiti di assorbimento di capitale (in particolare Solvency II) per l’investimento in private capital da parte degli investitori istituzionali, l’introduzione di un incentivo fiscale, nella forma di credito di imposta, riconosciuto in funzione e in proporzione all’ammontare investito in fondi di private capital e l’estensione all’investimento in fondi di private debt dell’incentivo fiscale relativo alla detassazione dei capital gain, già previsto per fondi pensione e casse di previdenza.

Proposte che si inseriscono in un quadro non particolarmente roseo per il settore, visto che nel 2019 la raccolta sul mercato del private equity e venture capital è stata pari a 1.566 milioni di euro, in calo del 54% rispetto ai 3.415 milioni dell’anno precedente. Rispetto all’2018, che aveva registrato i volumi più alti mai riscontrati nel mercato italiano, si è osservata una diminuzione del 26% dell’ammontare investito, sceso a 7.223 milioni di euro.

Nello specifico, con riferimento alla provenienza geografica dei fondi, la componente domestica ha rappresentato il 73%, mentre il peso di quella estera è stato del 27%. Gli operatori che nel 2019 hanno svolto attività di fundraising sul mercato sono stati 22. A livello di fonti, il 24% della raccolta deriva da fondi pensione e casse di previdenza, seguiti dal settore pubblico, inclusi i fondi istituzionali (22%), e investitori individuali e family office (21%).

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