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10/25/2011 | Massimo Morici
Il 2011 non è certo un anno felice per i fondi alternativi. L’industria nel terzo trimestre ha registrato la sua peggiore performance dalla crisi finanziaria di tre anni fa. Se guardiamo ai dati Prequin, società di ricerca nel mondo degli investimenti alternativi, la delusione dei clienti di fondi alternativi ha toccato i massimi da quattro anni a questa parte. Un trend confermato dal Wall Street Journal che ieri ha pubblicato un sondaggio di Barclays Capital secondo cui il 25% degli investitori in fondi alternativi ha pianificato il riscatto dei propri soldi entro i prossimi tre mesi, mentre il 10% l’ha già fatto e il 20% sarebbe ancora indeciso.
Ma nel mezzo della tempesta non tutti i prodotti sono da scartare. Dunque, cosa comprare? Stando ai dati di MondoAlternative gli unici comparti da inizio anno a segnare una performance con il segno più sono stati i fondi Ucits alternativi focalizzati sulla strategia volatility trading, che traggono beneficio dalla volatilità dei mercati (+1,38%) e quelli multistrategy, che grazie alla loro diversificazione del loro portafoglio su più stili d’investimento hanno chiuso in positivo per lo 0,35%.
Un risultato certo non brillante, visto che uno dei vantaggi di questi strumenti rispetto alle classi d'investimento tradizionali (azioni e obbligazioni) è la loro capacità di contribuire alla conservazione del capitale in periodi di discontinuità e incertezza grazie all’utilizzo di diverse tecniche di investimento alternative. Gli hedge, infatti, permettono in genere di ottenere rendimenti più alti rispetto al mercato, anche se il rischio per gli investitori è anche quello di incorrere in perdite pesanti, soprattutto quando vengono utilizzate tecniche che si basano sul leverage.
Altro neo per questa tipologia di prodotti è la loro esclusività: sono accessibili solo ai paperoni o agli investitori istituzionali (fondi pensione, banche, fondazioni ecc.). Gli investitori, infatti, stando alle norme vigenti in Italia, devono essere in grado di investire un patrimonio netto ingente (l’ammontare minimo di ciascuna sottoscrizione non può essere inferiore a 500 mila euro), mentre il numero dei soggetti che partecipano a ciascun fondo speculativo non può superare le 200 unità. Senza contare che i fondi alternativi mostrano un grado di complessità maggiore rispetto ad altre tipologie di investimento e sono quindi adatti solo ai clienti con un livello di cultura finanziaria piuttosto elevato.
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