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10/18/2011 | Roberto Abate
Sono gli ultimi arrivati nel mercato dei titoli obbligazionari e tornati in auge a settembre quando l’inflazione nell’Eurozona è salita al 3%. Si tratta degli inflation linked bond (i titoli legati all’inflazione), che permettono agli investitori di proteggersi contro un inatteso aumento del livello dei prezzi.
Possono essere indicizzati all’inflazione sia i bond del Tesoro sia quelli corporate (una delle prime società a emettere questo tipo di obbligazioni, nel caso alla Borsa del Lussemburgo, è stata Terna quattro anni fa). I BTp indicizzati all’inflazione europea (BTP€i), per esempio, hanno un rendimento annuale calcolato ai prezzi di giovedì 29 settembre del 4,5%, rispetto per esempio ai Buoni postali indicizzati all’inflazione italiana, che offrivano lo 0,6% reale. E considerando l’attuale incertezza sul futuro del debito pubblico italiano, non è affatto escluso, ha fatto notare Marco Liera su Il Sole 24 ore, che in futuro i ritorni dei BTp reali possano salire ancora. All'ultima asta di fine settembre ne erano stati piazzati 750 milioni con scadenza 15 settembre 2019, al tasso del 4,29%.
Chi vuole investire in questi prodotti, a detta degli esperti, dovrebbe almeno tenere sott’occhio i seguenti fattori: quale tasso di inflazione viene scelto (italiano, europeo o di una altro paese Ue); la maggiorazione pagata sul tasso di inflazione (spread); il ritardo con il quale viene calcolato (paghiamo l’anno prossimo l’inflazione di quest’anno); il rischio emittente; la durata; le cedole fisse pagate per i primi due/tre anni.
Il bond legato all’inflazione riconosce all’investitore una cedola a tasso fisso reale, di norma inferiore a quella di un prestito obbligazionario “nominale”, mentre a scadenza il capitale rimborsato è superiore rispetto a un bond nominale poiché rivalutato di tutta l’inflazione occorsa durante la vita dell’obbligazione. A chi venderle? Per gli investitori potrebbe rappresentare uno strumento a lungo termine per bilanciare le passività legate all’inflazione. In genere, infatti, è un prodotto molto appetibile per le compagnie di assicurazioni, i fondi pensione ed in generale i gestori di fondi. Sono adatte a coloro che hanno una previsione sul tasso di inflazione stabile o rialzista in un orizzonte temporale di medio o lungo termine.
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